E’ Trento la città più green: grazie a trasporti e rifiuti, ultima Catania

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È Trento la città più verde d’Italia. Lo sancisce la classifica di ‘Ecosistema Urbano 2019’, la ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia pubblicata dal quotidiano economico. Il capoluogo trentino scalza così dal gradino più alto del podio Mantova, città che si era aggiudicata lo scettro di città più green nel 2018 e che quest’anno scende al secondo posto in classifica, davanti a Bolzano, Pordenone e Parma.

Fanalino di coda  è Catania mentre Siracusa e Vibo Valentia restano fuori, per insufficienza di dati forniti. La ricerca evidenzia un’Italia divisa, tra dinamismo e prestazioni ambientali scadenti, a partire dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti.

I parametri della ricerca: sono 18 e divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti. Gli indicatori spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, dalla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino allo spazio occupato dalle piste ciclabili.

Nella prima metà della classifica si trovano anche città popolose: come Bologna (13esimo posto), Firenze (24esimo), Perugia (26esimo) e pure Milano, che però perde nove posizioni e occupa il 32esimo posto. Oppure Comuni del Sud come Cosenza (14esimo) e Teramo (28esimo). Tra i grandi centri urbani in coda alla classifica si trovano Napoli (84°), Bari (87°), Torino (88°), Roma (89°) e Palermo (100°) sui quali pesano fattori come il traffico, i rifiuti e la qualità dell’acqua.

Le città che hanno fatto registrare i più importanti miglioramenti in classifica sono: Potenza, che scalando 42 posizioni sale al 50esimo posto, Agrigento e Viterbo, che registrano entrambe un +39, attestandosi rispettivamente al 59esimo e al 62esimo posto. Crollo invece per Isernia (-43, al 99esimo posto), Forlì (-26, al 56esimo), Imperia e Verona (-22 rispettivamente al 90esimo e al 67esimo posto).

Dall’analisi dei dati, presentati oggi a Mantova, emerge: sì, un’Italia dinamica, attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali; ma una lettura d’insieme delle aree urbane restituisce anche emergenze, criticità e troppe performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti.