“Uva nera” sulle colline vicentine: altri tre raccoglitori ingaggiati fuori dalle regole

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Un vigneto (foto Pexels di Mali Maeder)

Sui Colli Berici e nei dintorni la vendemmia ha confermato i buoni auspici delle previsioni ma, per una seconda azienda vicentina – dopo quella di Barbarano Mossano dei giorni scorsi – alla voce dei ricavi bisognerà affiancare quella dei “salassi” da pagare per irregolarità che sono state riscontrate dalla Guardia di Finanza. Il tema è quello del lavoro sommerso, con braccianti (spesso di nazionalità straniera) ingaggiati per la raccolta dei grappoli d’uva dai vigneti, con compensi “rigorosamente in nero”. Multa da quasi 13 mila euro e obbligo di immediata “bonifica” dei rapporti di lavoro dopo il blitz della Finanza.

Al di là di considerazioni che riguardano le tradizioni e quelle ben più concrete sul risparmio del costo della manodopera, le normative del lavoro sono chiare e impongono che persone impiegate tra le vigne per la vendemmia vengano “inquadrate” secondo le diverse tipologie di contratti di lavoro. Cosa che non ha fatto il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola di Lonigo, in collaborazione con una seconda ditta del Veronese portando nei terreni di sua proprietà tre lavoratori “in nero”, alla quale spetta nel dettaglio il pagamento delle sanzioni.

Tutti e tre di nazionalità albanese in questo caso e che, al cospetto della gruppo di Fiamme Gialle inviate sul posto dalla Tenenza locale di Noventa Vicentina non hanno potuto esibire alcun “foglio” che attestasse la natura del loro impiego nella raccolta dell’uva. Solo uno dei quattro presenti risultava invece in regola. Per gli altre tre, invece, la prestazione lavorativa è stata accertata in totale assenza di qualsiasi rapporto di lavoro regolare e, dunque, in assenza di una reale tutela assicurativa, assistenziale e previdenziale. Le verifiche poste in campo dai finanziari hanno fatto emergere che erano muniti solamente di visto turistico (e, pertanto, non potevano in alcun modo lavorare nel territorio italiano).

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Nei confronti del titolare dell’azienda agricola veronese è notificata una sanzione totale di 12.960 euro, con annessa sospensione dell’attività; inoltre è già stata informata la Procura della Repubblica di Vicenza, per i risvolti penali della vicenda, per il decreto “Legge Bossi/Fini” relativo agli immigrati impiegati con mansioni lavorative. “A pochi giorni dai controlli eseguiti a Barbarano – si legge nella nota del comando provinciale della GdF di Vicenza – nel corso della vendemmia del 2023, ancora una volta l’attività della Guardia di Finanza berica è stata indirizzata a contrastare il lavoro sommerso per tutelare i diritti dei lavoratori e degli imprenditori onesti e rispettosi della legalità, e per evitare che importanti risorse vengano sottratte alle casse dello Stato a danno della collettività”.