Pressioni dalle categorie economiche per i nomi da dare ai caselli Spv nell’Ovest Vicentino

Si gioca anche su questioni che potrebbero sembrare di second’ordine – come la scelta dei nomi dei caselli – la grande aspettativa nutrita delle categorie economiche verso la Superstrada Pedemontana Veneta.

Ne è un esempio la lettera, firmata dai raggruppamenti di otto categorie economiche dell’Ovest Vicentino, indirizzata ai sindaci di Montecchio, Arzignano e Brendola, interessati dall’imminente apertura della Spv con relativi tre caselli di uscita. Confartigianato, Confindustria, Apindustria, Cna, Coldiretti, Confagricoltura Vicenza, Confcommercio, e Confesercenti hanno voluto porre l’attenzione anche su questo aspetto per così dire “nominale”, che si ritiene meriti una riflessione «nell’ottica dello sviluppo del territorio, della sua fruizione e del suo sviluppo economico».

All’invio della lettera ha fatto seguito un incontro con i tre sindaci, i quali hanno preso atto della posizione delle diverse rappresentanze basata sul regolamento Aiscat (Associazione Italiana delle Società Concessionarie di Autostrade e Trafori) , che va a rispettare l’appartenenza geografica e la rilevanza dei territori, impegnandosi a riportare la posizione presso le rispettive amministrazioni.

Nel territorio infatti saranno presenti tre caselli che «forniranno sicuramente un impulso alla produttività delle aziende nostre associate, ed è uno dei temi che abbiamo sempre ritenuto essere di primaria importanza e dei quali abbiamo avuto modo di parlare più volte con le Pubbliche Amministrazioni, le quali sono sempre state concordi nel definire l’argomento come prioritario», scrivono i rappresentanti delle diverse categorie economiche. E continuano: «Grazie alla Pedemontana si potranno avere collegamenti più rapidi e flussi stradali concentrati su grandi arterie anziché sulla viabilità locale, che ovviamente ne risente mentre imprese e cittadinanza ne pagano le conseguenze. Nel territorio in questione insistono più insediamenti produttivi, tutti di rilevante spessore e importanza, quali la Z.A.I. di Montecchio Maggiore, quella di Brendola e quella di Arzignano, questa con il suo naturale prosieguo nella vallata del Chiampo. In particolar modo il polo di Montecchio e Brendola con la meccanica e il settore dei trasporti mentre il settore conciario di Arzignano contribuisce da solo in misura superiore all’1% al PIL nazionale».

Con l’obiettivo di valorizzare le realtà produttive dell’area e al contesto in cui sono inserite, le categorie economiche propongono quindi che i tre caselli si chiamino Montecchio Maggiore-Brendola, Montecchio Maggiore e Montecchio Maggiore – Arzignano.

«Per storicità, posizione geografica, nonché mantenimento dello stato di fatto – spiegano le categorie economiche – il nome di Montecchio potrebbe essere mantenuto in tutti gli svincoli come prima denominazione. Per quanto riguarda il casello autostradale l’aggiunta di Brendola come seconda denominazione avrebbe un significato in termini di sviluppo dell’area, indicando la presenza di una florida realtà produttiva della quale non possiamo dimenticarci. Montecchio e la sua zona produttiva verrà inoltre servita come meglio non potrebbe dal casello della Pedemontana, che avrebbe ovviamente come unica denominazione la città dei castelli. Infine il casello della Pedemontana posto tra i comuni di Montecchio e Arzignano potrebbe assumere come seconda denominazione appunto la città del Grifo, dando quindi il meritato valore alla realtà produttiva di Arzignano ed alla sua attrattività industriale» si legge nella lettera.

Insomma, l’idea è quella di rendere quanto più facili da individuare le tre aree che, oltre a un importante tessuto produttivo, vantano anche non pochi siti di interesse turistico.
Il documento si conclude con un’esortazione delle categorie economiche: «riteniamo doveroso ricordare quanto già espresso in precedenti occasioni, riguardo la preoccupazione relativa allo stato di avanzamento dei lavori e la assoluta necessità di arrivare all’apertura del casello autostradale in tempi quanto più sincroni con l’apertura della Pedemontana».