Acque Vicentine e Alto Vicentino Servizi si fondono

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Un totale di 69 comuni serviti, bacino d’utenza di 550mila persone, 300 dipendenti e oltre 7500 chilometri di acquedotti e fognature in gestione. Sono questi i numeri della nuova società che nascerà dalla fusione di Alto Vicentino Servizi e Acque Vicentine.

Dopo il deposito del progetto al registro imprese è arrivato in questi giorni il via libera da parte dell’esperto nominato dal Tribunale, che ha confermato la validità del progetto che porterà a un “matrimonio alla pari” tra i due gestori delle infrastrutture idriche vicentine: il 52% delle quote sarà detenuto dagli attuali comuni soci di Acque Vicentine e il 48% dagli attuali comuni soci di Alto Vicentino Servizi.

Ora la palla passa ai 69 consigli comunali dei comuni soci, che saranno chiamati nelle prossime settimane a votare la delibera di approvazione del progetto di fusione. Si tratta dell’ultima fase del processo apertosi nel dicembre dello scorso anno con il via libera delle assemblee dei soci e l’elaborazione, con il supporto di un advisor comune, del progetto di fusione.

“Come già ipotizzato nello studio di fattibilità, sarà una fusione sostanzialmente alla pari con il riconoscimento del valore di concambio al 52%-48% – spiegano i due presidenti Angelo Guzzo e Giovanni Cattelan – a contare nelle assemblee non saranno però le quote azionare delle singole società, ma il peso dei comuni dato dal numero degli abitanti. Una scelta precisa per mantenere quel valore in più che la gestione in-house ha dato finora e continuerà così a dare: lo stretto legame con il territorio e, di fatto, la centralità dei cittadini attraverso i loro sindaci”.

Con la fusione verranno confermati tutti i presidi territoriali di Alto Vicentino Servizi e Acque Vicentine (7 sportelli territoriali e 5 presidi operativi) e verrà individuata una nuova sede in posizione baricentrica: questo consentirà di garantire la presenza dei servizi all’utenza, una gestione diffusa nel territorio e una immutata attenzione alla qualità del servizio che oggi caratterizza le due società. Grazie a questa scelta, all’utilizzo di economie di scala e alle particolare sinergie territoriali, gli utenti potranno godere di servizi aggiuntivi e in prospettiva anche di un contenimento delle tariffe. Fino al 2019 sono confermati i piani tariffari e di investimento dei due gestori mentre dal 2020 si passerà a una tariffa unica con un piano degli investimenti comune. Il potenziale risparmio da parte della società è stimato, tra il 2017 e il 2022, in oltre 7 milioni di euro (pari al 2% anno).