Pfas, insediata la commissione d’inchiesta regionale. Guarda: “Necessario ascoltare la Miteni”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Villanova, Brusco e Montagnoli

Si è insediata questa mattina a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto, la Commissione d’inchiesta per le acque inquinate del Veneto in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (pfas). A presiederla sarà Manuel Brusco, consigliere del Movimento 5 Stelle, individuato all’unanimità tra i componenti di minoranza della commissione. Alberto Villanova (lista Zaia Presidente) e Alessandro Montagnoli (Lega Nord) sono stati eletti invece all’unanimità vicepresidente e segretario. Della commissione fanno parte anche Massimiliano Barison (Forza Italia), Sergio Berlato (Fratelli d’Italia-AN-MCR), Antonio Guadagnini (Siamo Veneto), Maurizio Conte (Veneto per l’Autonomia), Cristina Guarda (Alessandra Moretti Presidente) e Andrea Zanoni (Partito Democratico).

Come stabilito dal Consiglio regionale con la delibera del 15 maggio scorso che ha istituito l’organismo d’inchiesta, su proposta iniziale del gruppo consiliare pentastellato, i nove commissari saranno chiamati, tra i vari compiti, a valutare i risultati del piano di monitoraggio sulle matrici di interesse alimentare in relazione alla contaminazione da pfas in alcuni ambiti della regione, nonché i risultati del monitoraggio su alimenti e sugli umani, per capire se esiste una soglia di tossicità conoscendo in primis se e quante di queste sostanze si possono essere insinuate negli animali, nelle coltivazioni, e di conseguenza nell’uomo e se tali quantità siano o no pericolose.

“Nell’arco dei prossimi sessanta giorni, rinnovabili per altri sessanta – ha dichiarato Brusco – cercheremo innanzitutto di fare chiarezza su quanto è successo e su cosa si può fare per, quanto meno, informare la popolazione e mitigare il problema dell’inquinamento. Fondamentale sarà il momento delle audizioni: sentiremo tutti gli attori del territorio, le strutture tecniche competenti, gli assessori coinvolti e naturalmente, come da nostra richiesta, l’azienda Miteni; non sarà uno scontro, ma un momento di confronto”.

“Questa è una commissione che sarà chiamata ad accertare la verità su quello che è successo – aggiunge il vicepresidente Villanova – e dovrà farlo nella maniera più seria possibile seguendo un metodo scientifico, con dati certi e concreti: ai cittadini che subiscono questa situazione serve chiarezza e quei cittadini hanno diritto di sapere cos’è successo e qual è la realtà dei fatti al di là delle polemiche politiche”.

“Sarà indispensabile – sottolinea la consigliera vicentina Cristina Guarda – mostrare forza e determinazione politica trasversale. In primo luogo, per esigere che i massimi rappresentanti di Miteni si presentino in Commissione per confrontarsi a viso aperto su tutte le questioni in gioco, tanto sulle responsabilità passate quanto sui passaggi futuri da compiere. L’annuncio di Miteni di un impegno di 40-50 milioni di euro per effettuare le bonifiche è buona cosa ma non può intenerire nessuno: o la Commissione sarà incalzante e ‘affamata’ di verità, oppure è meglio chiudere subito i battenti”.