Arbitri in lutto, mancato a 75 anni il bassanese Luigi Agnolin

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Luigi Agnolin (foto Ansa/Carlo Ferraro)

Era uno dei fischietti più famosi del calcio italiano, si è spento nella notte nella sua casa a Bassano. A renderlo noto con un comunicato ufficiale è l’Aia, associazione degli arbitri: Luigi Agnolin, nato a Bassano 75 anni fa e arbitro dal 1961, aveva diretto 226 gare in A, serie in cui esordì il 18 marzo 1973 in occasione di Fiorentina-Cagliari.

“Il presidente dell’Aia Marcello Nicchi e il vice Narciso Pisacreta, insieme ai componenti del comitato nazionale, al responsabile del settore tecnico arbitrale Alfredo Trentalange e ai responsabili degli organi tecnici nazionali, anche a nome dei 33mila arbitri italiani, esprimono alla famiglia di Luigi Agnolin profondo cordoglio e vicinanza. Si uniscono il segretario ed il vice segretario dell’Aia, il direttore responsabile della rivista L’Arbitro e i coordinatori della redazione” fa sapere l’Aia.

Nominato arbitro internazionale nel 1978, Agnolin rappresentò l’Italia ai Mondiali dell’86 in Messico e del ’90 in Italia. Diresse la finale della Coppa dei campioni 1988 tra Psv e Benfica, vinta dagli olandesi. Tra il 1990 e il 1992 ha ricoperto il ruolo di Commissario della Can C, prima di lasciare l’Associazione. Nel 2006 fu nominato commissario straordinario dell’Associazione Italiana Arbitri.

“Con Luigi Agnolin se ne va un pezzo di storia dello sport nazionale e veneto. Un esempio di serietà, onestà e professionalità in un mondo non facile come quello del calcio. Ma il suo insegnamento non va perduto, perché lo stile non ha tempo – è il ricordo del presidente del Veneto Luca Zaia -. Quando la voce dei cronisti scandiva la frase ‘arbitra Agnolin di Bassano’ significava che la partita, anche la più complicata, era in buone mani, a garanzia delle squadre e dei loro tifosi, perché in quella giacchetta nera tutti ammettevano esserci un signor arbitro e un uomo onesto. Due mondiali in cui fu sempre valutato tra i migliori, finali infuocate di Coppa Coppe e Coppa dei Campioni, centinaia di partite di serie A condotte con autorevolezza sempre accompagnata dal garbo, rendono grande questa figura di uomo di sport. A maggior ragione oggi, nell’epoca dell’elettronica, della Var, degli slow motion, c’è un po’ di nostalgia nel ricordare le decisioni di Agnolin di Bassano, prese in una frazione di secondo e senza possibilità di appello, come solo i grandi sapevano fare”.