Medici in pensione, l’Ulss 7 corre ai ripari: “Trovato nuovi dottori, coperto tutte le zone”

L’Ulss 7 Pedemontana tira un sospiro di sollievo in merito alla carenza di medici di medicina generale e annuncia di avere “coperto tutte le 36 zone che hanno registrato un pensionamento negli ultimi due anni, con altrettanti nuovi medici incaricati dall’inizio dell’anno”.

Non è una soluzione vera e propria a quello che è uno dei più grandi temi a livello nazionale, ma il “raggiungimento di un importante risultato”, che è stato reso possibile sia dalla collaborazione con le amministrazioni comunali che hanno a volte trovato ambulatori e alloggi nelle zone meno appetibili, sia, soprattutto, dall’intervento della Regione Veneto, che ha innalzato da 600 a 1.200 il numero massimo di pazienti in carico ai medici specializzandi.
Complessivamente, i medici di famiglia in servizio nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana sono attualmente 230, di cui 36 incaricati dall’inizio dell’anno.
“E’ stata trovata una soluzione per le 36 zone (13 nel Distretto bassanese, 23 nel Distretto Alto Vicentino) che negli ultimi due anni hanno visto il pensionamento del medico precedentemente assegnato”, dicono dalla direzione generale.

“In molti casi abbiamo affidato incarichi a tempo indeterminato – spiega Alessandra Corò, direttore dei Servizi socio-Sanitari dell’Ulss 7 – e dove questo non è stato possibile abbiamo comunque individuato un medico con un incarico a tempo determinato, generalmente giovani medici ancora in formazione, e anche in questi casi l’incarico prevede una durata quanto meno di un anno, dunque con la garanzia di una certa stabilità e la prospettiva per i giovani medici di proseguire a tempo indeterminato nella medesima sede, una volta completata la specializzazione. Tutto questo ci consente di guardare con maggiore tranquillità non solo ai prossimi mesi, ma anche al 2023. Nel frattempo, dove risultavano dei posti temporaneamente vacanti abbiamo garantito la continuità dell’assistenza ai cittadini istituendo un nucleo di medici di continuità assistenziale diurna, che rimarrà attivo anche per coprire eventuale assenze per malattia ove non sia possibile individuare un sostituto”.

Aveva fatto discutere, ma è andata avanti lo stesso, la decisione della Regione Veneto di alzare il numero di pazienti per ogni medico. Un notevole aumento del lavoro per i professionisti della sanità, in pratica un sovraccarico arrivato in concomitanza con la pandemia quando tutti si sarebbero aspettati di vedere soluzioni più concrete e a lungo termine.
“Fin da subito come direzione abbiamo cercato di instaurare un forte dialogo con i sindaci – sottolinea il direttore generale Carlo Bramezza – nella convinzione che oggi è possibile porre rimedio alla carenza di Medici di Medicina Generale solo facendo squadra, perché deve essere la proposta complessiva a risultare attrattiva. Così, in alcune zone che risultavano poco appetibili per i medici, abbiamo superato le difficoltà grazie all’intervento delle amministrazioni comunali che hanno messo a disposizione spazi per gli ambulatori e in alcuni casi hanno trovato anche un alloggio per i medici. L’ultimo esempio virtuoso di questa sinergia è avvenuto a Valli del Pasubio, ma questo non è stato l’unico caso”.