Titomanlio, l’ex guardalinee e commentatore tv, concorda il patteggiamento

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Stefano Titomanlio (foto tratta da Facebook)

Stefano Titomanlio ha dovuto abbassare la bandierina, oltre che lo sguardo, e ammettere le proprie colpe. Patteggiamento all’orizzonte per l’ex assistente arbitrale di serie A negli anni d’oro, nonchè (altrettanto) ex commentatore televisivo in una trasmissione di una nota emittente tv locale che segue le vicende del “Lane”. Ma, soprattutto, funzionario pubblico proprio del tribunale del capoluogo berico di cui era dipendente e che poi lo ha messo in “fuorigioco”, dopo l’arresto nei suoi confronti.

Titomanlio, bassanese di 55 anni, dopo le accuse di corruzioneavrebbe intascato mazzette in più occasioni per agevolare dei procedimenti di vario tipo – è finito fuori dai giochi, appunto, sia per quanto riguarda la carriera di dipendente pubblico che per le ospitate in tv a Diretta Biancorossa. Dello scorso dicembre le dimissioni dall’incarico pubblico, da cui in ogni caso rischiava il licenziamento. L’edizione odierna del Giornale di Vicenza riporta l’analisi dettagliata delle recenti vicende giudiziarie che lo coinvolgono, evidenziando l’esito delle trattative tra gli avvocati difensori e la pubblica accusa: in soldoni, un patto che dovrebbe sfociare nella procedura del patteggiamento previo accoglimento della richiesta (congiunta) da parte del giudice preposto.

Un accordo che prevederebbe, salvo sorprese, una condanna concordata a poco meno di tre anni di reclusione per l’ex colletto bianco, sotto la soglia limite che permette di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare anzichè in carcere, con in aggiunta l’ipotesi dell’impiego in servizi socialmente utili. Lo scorso autunno, dopo circa venti giorni trascorsi in cella, Titomanlio fu sottoposto alla custodia cautelare presso la propria abitazione bassanese.

L’arresto in flagranza di Titomanlio avvenne a fine settembre 2017, ma già da tempo una task force composta da carabinieri e finanzieri aveva posto sotto controllo l’operato del dipendente pubblico. Sempre secondo la testata del capoluogo lo scorso mese di marzo l’uomo ha confessato agli inquirenti le proprie responsabilità, collaborando attivamente e senza reticenze, accelerando così il corso della giustizia e attingendo alla risorsa legale del patteggiamento. Attualmente libero dopo la confessione, dovrà attendere ora l’ultimo atto prima di saldare il conto con la giustizia.

Con l’imputato e il pubblico ministero d’accordo sulla sostanza, ora la “palla” passerà al giudice che valuterà la congruità della pena oggetto di patteggiamento da scontare.