Ospedali di comunità, nell’Ulss 7 ora gli esami si fanno sul posto h24

Garantire una presa in carico sempre più appropriata ed efficace sul territorio, ottimizzando i tempi di cura e riducendo i disagi per i pazienti: con questo obiettivo l’Ulss 7 Pedemontana ha attivato un innovativo progetto sperimentale per la creazione di un sistema diagnostico che consente analisi decentrate (definito Point of care Testing, Poct) presso gli ospedali di comunità di Marostica e Montecchio Precalcino, con un investimento complessivo di circa 100 mila euro per supportare entrambe le residenze per sei mesi.

Concretamente, in ciascuna delle due strutture territoriali è stato allestito un laboratorio con apparecchiature e altre dotazioni in grado di eseguire un’ampia serie di esami diagnostici e di monitoraggio, in particolare alcuni parametri fondamentali per fare fronte ad una urgenza clinica, senza la necessità di trasferire il paziente negli ospedali per acuti di Bassano e Santorso. Grazie al progetto, infatti, i pazienti ospitati, spesso anziani a basso rischio di peggioramento, potranno d’ora in poi essere gestiti direttamente negli Ospedali di Comunità, evitando loro i disagi connessi allo spostamento e allo stesso tempo accelerando i tempi per un’eventuale diagnosi e avvio della terapia.

I test che possono essere eseguiti h24 sono l’emocromo, esami per valutare la funzionalità renale ed epatica, la glicemia, la ionemia, il dosaggio delle proteine della fase infiammatoria acuta, la coagulazione, l’esame urine, l’emogas per valutare la saturazione di ossigeno e l’equilibrio acido-base nel sangue e altri indicatori utili per il controllo clinico del paziente. Ad eseguirli sono gli infermieri degli ospedali di comunità. L’attività di formazione è stata svolta dagli specialisti dei fornitori delle apparecchiature installate e dai tecnici del laboratorio analisi e il controllo di qualità e la validazione dei risultati vengono effettuati dal laboratorio centrale mediante collegamento in rete.

Le analisi infatti vengono eseguite sul posto, senza dunque la necessità di trasportare provette e campioni, ma i referti sono prodotti per via telematica dal Servizio di Medicina di Laboratorio degli ospedali di Bassano e Santorso, dove vengono firmati e quindi inseriti nel database aziendale, come spiega il suo direttore, Antonio Antico: «Questo modello organizzativo è il primo passo verso la Medicina di Iniziativa, che ha l’obiettivo di supportare le cure primarie erogate nel territorio o nelle strutture intermedie in modo che i presidi ospedalieri possano gestire più adeguatamente i pazienti acuti. Il sistema diagnostico consente al medico dell’ospedale di comunità o quello di continuità assistenziale di eseguire subito i test che ritiene opportuni, in modo mirato e h24, e una volta ottenuto il referto definire l’approccio terapeutico più efficace. È una sorta di “salute a km zero”, nel senso che sia il prelievo del sangue, sia l’analisi dei risultati, sia la terapia più indicata saranno ricevuto dal paziente all’interno della struttura in cui è già ospitato, evitando un viaggio fino al Pronto Soccorso».

«Per il paziente- spiega Bortolo Simoni, commissario dell’Ulss 7 Pedemontana – non vi sono più i disagi legati al trasferimento e in generale significa un miglioramento del percorso assistenziale. Ma anche a livello di sistema sanitario vi è un notevole beneficio, con un minore aggravio di lavoro sui reparti per acuti».

Considerando i 40 posti letto complessivi nei due ospedali di comunità e il numero medio di trasferimenti di pazienti verso gli ospedali di Bassano e Santorso per esami, la percentuale stimata di pazienti per i quali d’ora in poi sarà possibile il trattamento in loco è stimata nel 10%, corrispondente a oltre 140 pazienti l’anno, con un risparmio di oltre 1.400 giornate di degenza in strutture per acuti.

In questa fase sperimentale, il progetto avrà una durata di sei mesi, al termine della quale saranno verificati i benefici ottenuti in termini di numero di esami svolti presso gli Ospedali di Comunità, riduzione dei trasferimenti di pazienti e quindi degli accessi in Pronto Soccorso e delle giornate di ospedalizzazione nelle strutture per acuti.