Ultimato spostamento a Santorso dei pazienti positivi. Ancora controlli nelle Rsa

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E’ ormai quasi completata la concentrazione di pazienti nel “covid hospital” vicentino, identificato dalla Regione nella struttura ospedaliera di Santorso. Lo conferma il commissario dell’Ulss 7 Pedemontana, Bortolo Simoni.

L’ospedale di Asiago ha infatti azzerato il numero di pazienti covid-positivi: lunedì gli ultimi due trasferimenti. “L’ospedale verrà profondamente sanificato e inizierà a tornare lentamente alla normale attività. A Bassano – spiega Simoni – stiamo svuotando l’area al 4° piano. Il secondo piano, dove c’era l’altra area covid, era già stato chiuso e ora al San Bassiano non ci saranno più nuovi ricoveri di pazienti positivi: dopo la sanificazione dei reparti inizieremo una riapertura progressiva anche dell’attività chirurgica. Ovviamente resteranno attivi gli accessi differenziati per pazienti potenzialmente positivi, che poi verranno dirottati all’hub di Santorso”. Nell’ospedale dell’Alto Vicentino si stabilizzano intanto i numeri: 116 ricoverati, dei quali 15 in terapia intensiva e 3 in semi intensiva, la nuova area dove son previsti 20 posti letto (dieci dei quali già attivi). Al momento, nonostante la valenza del centro di riferimento di Santorso sia provinciale, l’Ulss 8 Berica non intende spostare qui i suoi pazienti. “Per ora siamo autosufficienti, ma non posso escludere questa possibilità per il futuro” spiega il dg Giovanni Pavesi, che ha annunciato che se il trend di rallentamento del virus proseguirà, dalla prossima settimana sarà possibile riavviare progressivamente anche al San Bortolo l’operatività chirurgica ordinaria.

Nel piano della Regione era previsto, in caso di emergenza, l’attivazione di posti letto per pazienti negativi, anche presso Villa Miari, la Fondazione dell’Opera Immacolata Concezione di Thiene, e l’Isacc di Bassano. “In realtà per il momento questo non si è reso necessario e l’unica struttura che abbiamo attivato è l’ospedale di comunità di Marostica, che abbiamo preferito perché gestito direttamente dall’Ulss 7” spiega Simoni.  

La situazione nelle strutture per anziani

Va avanti nel vicentino il piano di valutazione del rischio nelle strutture per anziani, quelle dove il contagio può creare una ecatombe: si tratta di 34 realtà nell’Ulss 7 (per 2400 ospiti e altrettanti operatori) e 39 nell’Ulss 8 (4000 ospiti e quasi altrettanti lavoratori). E’ a buon punto, infatti, il “giro” delle strutture da parte di team (composti da un infettivologo, un infermiere e un igienista) per verificare le condizioni di sicurezza e le dotazioni per ospiti e dipendenti. Un piano che verrà portato a termine entro questa settimana. Nell’Ulss 7 le strutture che preoccupano di più rimangono quelle di Asiago e Pedemonte; nell’Ulss Berica, invece, sono la Residenza Trento di Vicenza (su 93 tamponi, 19 i positivi, compresi 3 operatori), e la Casa di Riposo don Bruzzo di Gambellara (su 60 tamponi, ben 28 quelli positivi fra ospiti e dipendenti). A Gambellara e Pedemonte la Regione ha inviato da qualche giorno operatori di rinforzo per far fronte alle quarantene: Oss, infermieri e medici. 

Finito il giro nelle case di riposo, i team di valutazione del rischio passeranno in rassegna anche le strutture a gestione diretta, gli istituti religiosi e alle strutture per disabili, mentre sono in corso i tamponi ai medici di medicina generale, ai pediatri in libera scelta e ai medici di continuità assistenziale.

Nelle case di riposo del territorio dell’Ulss Berica, complessivamente finora sono stati effettuati circa 800 tamponi; di questi, 76 ospiti e 35 fra dipendenti e addetti di realtà esterne sono risultati positivi. Nelle Rsa del territorio dell’Ulss Pedemontana, da alcuni giorni si sta procedendo invece con l’effettuazione dei test rapidi: oltre mille quelli già effettuati e ieri sono arrivate le prime risposte: a casa Betania di Bassano sui primi 87 test eseguiti 85 erano negativi e due positivi; nel centro servizi di Solagna, sui primi 56 test eseguiti, 53 erano negativi e 3 positivi. “Questo screening – spiega Simoni – ci permette di mirare i tamponi, quindi su 143 test eseguiti i tamponi effettuati saranno solo 5”. Il lavoro ieri è proseguito sulla casa di riposo di Roana (43 operatori e 64 ospiti), oggi nelle Rsa di Valstagna, Cartigliano, a Casa Panciera a Schio e a Casa Sant’Angela di Breganze. L‘indicazione è di effettuare i tamponi dove vi sono focolai e procedere con i kit rapidi dove non ci sono ancora casi positivi. Nell’Ulss Pedemontana, vengono effettuati, almeno 200 tamponi al giorno. Per quel che riguarda il personale sanitario, fino a lunedì erano stati effettuati 935 tamponi sugli operatori delle case di riposo e 358 su quelli ospedalieri e alle 24 di domenica nei servizi per anziani erano stati rilevati positivi al virus 137 ospiti  e 118 dipendenti.

“A Pedemonte – specifica Alessandra Corò, direttrice del Distretto 2 – ci sono 10 ospiti ricoverati all’ospedale di Santorso e la struttura, che ha molti operatori in quarantena, è stata rinforzata,anche in attesa del loro rientro, con il supporto di una cooperativa che ha fornito personale infermieristico per i 40 anziani ospitati”.

Dpi e personale ospedaliero

Per quel che riguarda il personale sanitario dell’Ulss 7, è già stato sottoposto a tampone il 55% dei dipendenti ed è risultato positivo l’8%. “C’è qualche criticità sull’uso dei dispositivi di protezione – spiega Simoni – e dal 21 febbraio siamo andati avanti per un mese con una carenza generalizzata sia negli ospedali che nelle strutture, ma con tranquillità dico che da una decina di giorni la distribuzione avviene con regolarità. Fino ad ora abbiamo distribuito 24 mila mascherine chirurgiche e mille mascherine Fpp2, nonché 1500 camici monouso: la terza fornitura  arriverà nei prossimi giorni”.