Spettacolando – “Se questo è Levi”: il ritorno di Fanny & Alexander a Vicenza

Sabato 27 gennaio andrà in scena nella sala consigliare del Municipio di Vicenza Se questo è Levi, un ritratto d’attore dedicato, per la Giornata della Memoria, allo scrittore Primo Levi. Uno spettacolo che ha vinto il Premio speciale Ubu 2019.

L’evento organizzato dall’Assessorato alla cultura, turismo e attrattività e si terrà a Palazzo Trissino (in Piazza dei Signori 1) alle 18.15 e in replica alle 21. Protagonista, la compagnia Fanny & Alexander, sempre innovativa, grazie alla rassegna Terrestri?, curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza. “Nell’ambito dell’articolato programma che dedichiamo quest’anno al Giorno della Memoria  – sottolinea l’assessore alla cultura, turismo e attrattività Ilaria Fantin – abbiamo voluto aprire le porte del consiglio comunale a questo spettacolo molto particolare, dedicato alle lucide riflessioni di Primo Levi sulla disumanità dei lager. Riteniamo importante, infatti, che nei giorni in cui riflettiamo sull’importanza di fare memoria questa sua lucida testimonianza risuoni anche nei luoghi della democrazia cittadina, attraverso una declinazione consapevole della cultura, nemica dell’oblio, del silenzio e dell’indifferenza”.

Lo spettacolo
Con la regia di Luigi De Angelis e la drammaturgia di Chiara Lagani, a partire dai documenti audio e video delle teche Rai, Andrea Argentieri interpreta il grande autore. Un incontro a tu per tu, nel quale lo scrittore, a partire dal vincolo di verità che lo ha ispirato nelle sue opere, testimonia la sua esperienza nei lager con una tecnica di testimonianza lucidissima, di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile: “Primo Levi, nel suo libro I sommersi e i salvati, a proposito della traduzione in tedesco di Se questo è un uomo, parla di un tentativo quasi ossessivo di super-realismo, in cui vuole che la traduzione sia una specie di magnetofono diretto dell’esperienza, una specie di retrovisione alla lingua o restauro a posteriori”, spiega nelle note di regia Luigi De Angelis. “Questa ossessione è stata il motore propulsivo del progetto Se questo è Levi e la sua linea guida”.

Per rendere ancora più speciale questo incontro con lo scrittore, è stato individuato un luogo simbolico per la collettività: la Sala del Consiglio Comunale. “In Se questo è Levi – prosegue il regista – l’interprete non legge, ma è ‘letto’ da una voce straniera che lo attraversa, fa reagire in sé, come in un processo chimico, il materiale sonoro che gli viene proposto tramite un auricolare, che lui restituisce all’istante, avendo studiato la prossemica dello scrittore, le sue espressioni facciali, le sue emozioni interiori e esteriori. Come fa notare Marco Belpoliti in Primo Levi di fronte e di profilo, si avverte nella scrittura di Levi la forza dell’oralità, come se Levi fosse prima di tutto uno scrittore orale che scrittore di penna”.

Paolo Tedeschi