A Tel Aviv le famiglie degli ostaggi in piazza. Hamas potrebbe cambiare posizione sui negoziati


Nuova manifestazione delle famiglie degli ostaggi a Tel Aviv: “Domani, in occasione della Giornata nazionale di sciopero, il popolo israeliano scenderà in piazza unito in un unico appello: nelle strade, nelle piazze, agli incroci, sui social media e ovunque: Riportateli a casa ora!”, comunica in una nota il Forum delle famiglie degli ostaggi alla vigilia della grande iniziativa di protesta organizzata per bloccare Israele.
“In tutto il Paese, si terranno centinaia di iniziative guidate dai cittadini che metteranno in pausa la vita quotidiana e si uniranno alla lotta più giusta e morale: la lotta per riportare a casa tutti i 50 ostaggi, i sopravvissuti per la riabilitazione e i caduti per una degna sepoltura”, si legge ancora nell’appello del Forum che prevede di ospitare domani “quasi un milione di persone in Piazza degli Ostaggi”. Per domani è infatti previsto l’arrivo di circa 200 autobus, mentre altre iniziative si svolgeranno in centinaia di località nel resto del Paese.
La posizione di Hamas. L’Organizzazione fondamentalista potrebbe aver cambiato posizione sui negoziati per gli ostaggi e sarebbe disposta a concordare un “accordo parziale”, ha riferito Channel 12, citando un documento classificato ricevuto dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, nel documento si afferma che la posizione di Hamas è in linea con l’offerta fatta dall’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, che include il rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 ostaggi morti in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni e del rilascio dei prigionieri palestinesi.
Intanto la protezione civile di Gaza ha riferito di almeno 22 vittime dall’alba di oggi, a seguito degli attacchi israeliani. Bombardamenti particolarmente intensi hanno colpito il quartiere di Zeitun a Gaza City, dove le condizioni della popolazione stanno rapidamente peggiorando, con i residenti che non riescono ad accedere a cibo e acqua a causa dei continui raid israeliani. Almeno 1.760 palestinesi sono invece stati uccisi mentre cercavano aiuti a Gaza tra il 27 maggio e il 13 agosto, secondo gli ultimi dati resi noti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mohamed Mustafa, domani sarà in visita ufficiale in Egitto e incontrerà il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty, per discutere della situazione umanitaria nella Striscia e degli sforzi de Il Cairo per raggiungere un cessate il fuoco nell’enclave. Al termine dell’incontro dovrebbe tenersi una conferenza stampa congiunta, al valico di frontiera di Rafah, che collega l’Egitto a Gaza e che è stata chiuso da parte delle forze israeliane. Alla fine di luglio, Mustafa aveva dichiarato che la Palestina è disposta a ricevere una “forza di supporto arabo internazionale” per contribuire a garantire la stabilità e facilitare un cessate il fuoco nella Striscia. Tuttavia, ha anche dichiarato che qualsiasi dispiegamento dovrà essere temporaneo e che solo i palestinesi hanno il legittimo diritto di governare Gaza.