Terremoto in Turchia e Siria, almeno 2.300 morti. Revocato allarme tsunami in Italia

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Si aggrava drammaticamente il bilancio delle vittime in Turchia e in Siria: il sisma di questa notte che ha devastato i due paesi ha causato la morte di oltre 2.300 persone. Sono 810 i decessi nella sola Siria, che si aggiungono alle circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. Il governo turco fa sapere in una nota che finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati.

“Il terremoto della notte scorsa è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939” ha detto oggi il presidente turco Erdogan, riferendosi al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. Nel Paese si sono finora registrate oltre 30 le scosse: la prima è stata di magnitudo 7.8 e quelle più recenti di magnitudo 7.5 e 6.0.

Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani fa sapere che la Turchia ha accettato l’aiuto del nostro team di ricerca e soccorso dei vigili del fuoco. Alle 14:15 è partita la squadra di ricognizione della Protezione civile e a breve partirà anche quella operativa di soccorso. “L’Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà” ha scritto il ministro su Twitter.

Subito dopo il sisma il Dipartimento della Protezione Civile aveva diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane ma ora l’allarme sembra rientrato. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti e quindi era scattata l’allerta riguardo le zone costiere in tutto il Mediterraneo soprattutto in Sicilia e Calabria. Il Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con INGV, Ispra e le strutture del SNPC, continuerà a seguire l’evoluzione della situazione e a fornire tutti gli aggiornamenti.