Usa, via libera al vaccino Johnson&Johnson: 100 milioni di dosi negli States entro giugno

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La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato l’uso in emergenza del vaccino monodose della Johnson&Johnson. E’ il terzo vaccino anti-Covid approvato negli Stati Uniti dopo quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna. L’agenzia Usa ha constatato che il vaccino prodotto dalla compagnia statunitense è altamente efficace nel prevenire le formi gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti. L’efficacia rilevata in media è stata del 72% negli Stati Uniti e del 64% in Sudafrica, 7 punti percentuali in più di una precedente rilevazione di gennaio. Contro le forme più gravi di COVID-19, la percentuale di efficacia è invece risultata dell’86% negli Stati Uniti e dell’82% in Sudafrica, dove da alcuni mesi si è diffusa una variante del coronavirus che sembra essere più contagiosa. Le percentuali di efficacia rilevate sono inferiori rispetto a quelle di altri produttori, ma il vaccino di Johnson & Johnson è il primo vaccino a una sola dose a essere autorizzato, diversamente dagli altri approvati finora che prevedono due iniezioni. Inoltre, può essere conservato a temperature di frigorifero, tra i 2 e gli 8 gradi.

Johnson & Johnson ha garantito la produzione di 100 milioni di dosi negli Usa entro giugno, di cui 20 milioni entro la fine di marzo, che si aggiungeranno alle 600 milioni su cui si sono impegnate Pfizer-BioNTech e Moderna entro la fine di luglio. Nel complesso quindi ci sarebbero quindi abbastanza dosi per coprire ogni americano adulto. Il 16 febbraio l’azienda farmaceutica ha chiesto l’autorizzazione anche all’Ema per l’utilizzo del suo vaccino in Europa. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dopo l’ok al vaccino Johnson&Johnson avverte:  “Questa lotta è tutt’altro che finita, esorto tutti gli americani: continuate a lavarvi le mani, mantenete le distanze sociali e continuate a indossare maschere”.

In merito poi alla strategia della prima dose con richiamo ritardato, sulla stessa stregua della Gran Bretagna, il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, Aifa, Nicola Magrini, dichiara: “E’ una strategia possibile quella di favorire una vaccinazione più rapida del doppio di persone, anche se non ottimale. La scelta finale spetterà al ministro e al governo. Personalmente – aggiunge Magrini – meglio indossare due scarpe buone che una sola malandata”.
Intanto sono già 38 i Paesi nel mondo ad aver approvato l’uso del vaccino russo Sputnik ma manca ancora l’autorizzazione dell’Ema – finora non richiesta da Mosca. “Sputnik ha dati interessanti, ma andrà approvato prima dall’Ema, come Unione Europea. Se l’Italia volesse fare una decretazione d’urgenza per saltare questo passaggio, è una scelta politica, non tecnica” conclude Magrini.