Virus misterioso: la Cina corre ai ripari, ma per l’Oms non è emergenza internazionale

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Almeno 26 persone sono morte in Cina a causa del nuovo coronavirus. La Commissione sanitaria nazionale ha affermato che i casi di contagio confermati sono 830, la maggior parte a Wuhan, città focolaio dove, intanto, è corsa contro il tempo per costruire un ospedale da mille  posti letto. Una studentessa veneziana sarebbe in quarantena proprio a Wuhan. In lockdown dieci città.

E sono più di 41 milioni i cinesi confinati nelle tredici città nella provincia cinese dello Hubei, dove si concentra il numero più alto di casi di polmonite da coronavirus. Stop anche al traffico ferroviario in uscita dalla città, ai trasporti pubblici, ai bus turistici, traghetti e ogni altro tipo di imbarcazione.

L’ultima città a imporre restrizioni alla circolazione di mezzi pubblici dalle 14 di oggi, le sette del mattino in Italia, è Yichang. Restrizioni dei trasporti anche a: Xianning, Xiaogan, Enshi e Zhijiang, Jingzhou, Huangshi, Qianjiang, Xiantao, Chibi, Ezhou, Huanggang e Lichuan, oltre alla città epicentro dell’epidemia, Wuhan, nell’Hubei.

Sono invece 29 i casi confermati di polmonite da coronavirus a Pechino, dove le autorità sanitarie locali hanno innalzato il livello di risposta alle emergenze sanitarie al grado massimo, il livello 1. Di tutti i casi casi accertati, uno era in gravi condizioni ma è migliorato, mentre gli altri casi sono stabili.

E dopo la Città Proibita, a Pechino chiudono anche i principali luoghi di interesse culturale e turistico, tra cui il Museo nazionale, che affaccia su piazza Tiananmen, a partire da domani, e la Biblioteca Nazionale, da oggi, sui timori di una diffusione del contagio di polmonite da coronavirus. La data di riapertura, afferma una nota diffusa dai media cinesi, verrà comunicata in futuro e chi aveva già acquistato i biglietti potrebbe gestire le operazioni di rimborso tramite il canale di acquisto.

Due nuovi casi di polmonite da coronavirus sono stati confermati anche a Singapore, per un totale di 44 che, riguardano persone dagli 1 ai 78 anni: tredici di loro sono risultati negativi ai primi test medici. Per precauzione chiude però Shanghai Disneyland da domani, 25 gennaio, “per soddisfare le esigenze del lavoro di prevenzione e controllo dell’epidemia”. La struttura promette aiuto nel fornire rimborsi a chi ha già acquistato biglietti o prenotato stanze d’albergo.

Non è il tempo di dichiarare l’emergenza internazionale. Così l’Oms al termine della riunione del comitato. “Sappiamo che esiste una trasmissione da uomo a uomo in Cina, ma per ora sembra limitata a gruppi familiari e operatori sanitari. Al momento, non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo al di fuori della Cina. Ciò non significa che non accadrà”, ha detto a Ginevra il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine di una nuova riunione del Comitato d’emergenza.

Tuttavia si registrano i primi casi sospetti di coronavirus in Europa. Quattro casi sospetti di contagio sono stati rilevati in Scozia. Lo riportano i media britannici, citando Jürgen Haas, responsabile dell’unità di medicina infettiva all’Università di Edinburgo. Un caso sarebbe stato registrato anche in Francia. Secondo il quotidiano Le Figaro, si tratterebbe di una donna di Wuhan che ha avuto “sintomi di febbre e tosse”.