Agenti accoltellati a Milano: oggi l’interrogatorio di Hosni

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Potrebbe essere oggi la giornata in cui si comincerà a fare chiarezza sulle vere intenzioni di Tommaso Beïn Yousef Hosni Ismail il ragazzo italiano di 20 anni che giovedì ha accoltellato, ferendoli in modo non grave, due soldati e un agente della Polfer alla stazione Centrale di Milano.
Due in sostanza le direttrici dell’indagine. Da una parte, la radicalizzazione che sarebbe stata favorita da uno o più indottrinatori e reclutatori. Dall’altra, la possibilità che Ismail, proprio seguendo questo percorso fatto di integralismo e rabbia nei confronti del mondo occidentale, potesse avere già in mente, anche prima di essere fermato per un controllo da una pattuglia mista e di reagire a coltellate, di compiere un’azione violenta alla stazione Centrale di Milano.
Atteso in giornata l’interrogatorio di garanzia per l’inchiesta portata avanti dai pm dell’antiterrorismo milanese, con a capo Alberto Nobili, e dalla Digos. C’è poi da chiarire la vicenda dei due coltelli, che il giovane teneva stretti nelle mani dentro le tasche della felpa. Li avrebbe rubati poco prima, come ha raccontato lui stesso agli agenti, in un supermercato della zona. Non è escluso, dunque, che stesse già pensando di entrare in azione. E su questo e altri punti gli inquirenti vogliono fare luce. In particolare sulla reazione sproporzionata di Hosni rispetto all’intervento di routine della pattuglia. Un elemento che va a sommarsi a quel profilo Facebook a lui attribuibile dove sono state trovate scritte e video di esaltazione dello ‘stato islamico’, al suo profilo di sbandato e di terrorista ‘in maturazione’ perché facile preda del proselitismo dell’Isis e alle sue frequentazioni.
E così gli investigatori scavano nel suo passato, a partire dal libico Ahmed Jbali, 23 anni, che venne arrestato con lui per spaccio nel dicembre scorso.Jbali, tra l’altro, già prima dell’episodio di due giorni fa, figurava in un documento dell’antiterrorismo perché su di lui ci sarebbero state alcune indicazioni su una presunta vicinanza ad ambienti integralisti.
Il legale di Hosni è pronto già questa mattina, quando si terrà l’interrogatorio nel carcere di San Vittore, a depositare al gip Manuela Scudieri la richiesta di effettuare una perizia psichiatrica anche per valutare la capacità di intendere e di volere del ragazzo che, come unici punti di riferimento familiare, aveva una zia che abita a Milano e una nonna che vive a Tunisi. Tuttavia, nella richiesta di custodia cautelare i pm evidenziano il pericolo che il ragazzo possa colpire ancora, se scarcerato.