Omicidio Duarte, confermati 24 anni per i fratelli Bianchi. I giudici spiegano la decisione

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Marco e Gabriele Bianchi, arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, non passeranno il resto della loro vita in carcere: la condanna è di 24 anni. Lo hanno spiegato i giudici della Corte d’Appello di Roma nelle motivazioni della sentenza del processo che si era svolto in primo grado. Secondo i magistrati i due fratelli non avevano partecipato alla lite iniziale, quindi sono state concesse le attenuanti generiche e di conseguenza la riduzione della pena.

In una lunga nota vengono spiegati i dettagli della decisione. “Resta dato inalienabile, riferito da tutti i testi, dei micidiali colpi sferrati da Gabriele e Marco Bianchi contro Willy. Certa è anche la condotta violenta tenuta da Belleggia costituita in particolare nel colpire Willy con un calcio alla testa, nella fase finale del pestaggio”.

Nelle 50 pagine di motivazioni i giudici ricostruiscono quanto avvenuto affermando che “deve ritenersi accertato che l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Gabriele Bianchi al petto di Willy con tecnica d’arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’autovettura e al quale segue un pugno sferrato sempre da Gabriele Bianchi al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi”.

Nelle motivazioni si legge ancora che “a sua volta Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno in pancia un amico di Willy intervenuto a sua difesa e poi lo stesso Willy con calci e pugni”. Gli altri due imputati “si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa e con calci pugni quando ormai Willy era a terra inerme. Deve ritenersi accertato che tutti gli imputati hanno partecipato al brutale pestaggio di Willy colpendolo ripetutamente con violenza con calci e pugni”.