Panbari, Himalaya: avvistati i corpi dei due italiani dispersi da venerdì
            
            
            
            
Sono stati avvistati i corpi dei due alpinisti italiani dispersi da venerdì scorso venerdì sul Panbari Himal, una delle montagne più difficili e inesplorate dell’Himalaya nepalese, parte della catena del Manaslu.
Si tratta di Alessandro Caputo, di 28 anni e Stefano Farronato, di 45 anni: i loro corpi sono stati avvistati questa mattina nei pressi del Campo 1, a 5.000 metri d’altitudine, dai soccorritori in volo con l’elicottero. I contatti con i due alpinisti erano stati persi quattro giorni fa, quando erano stati sorpresi da forti nevicate.
Farronato, di professione arboricoltore, era titolare e ideatore di Aforest, azienda specializzata in arboricoltura con sede a Cassola in provincia di Vicenza. Veterano della montagna, aveva portato a termine molte spedizioni, anche nei luoghi più inospitali della terra, non solo in Nepal ma in Patagonia, Ecuador, Alaska, Islanda, Groenlandia, Svalbard, Pamir e Mongolia. Assieme a Caputo e a Valter Perlino, alpinista originario di Pinerolo, era partito il 7 ottobre scorso per il progetto ‘Panbari Q7’, la sua 18esima spedizione. Alessandro Caputo, 28 anni, studente di giurisprudenza a Milano, era maestro di sci a Saint Moritz, in Svizzera.
Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali e anche dalla Farnesina. Si teme che possano essere fino a nove, gli italiani coinvolti in altre spedizioni dispersi in diverse zone del Paese. Il consolato generale a Calcutta, anche per il tramite del consolato generale onorario a Kathmandu, e in stretto raccordo con la Farnesina, sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione in contatto con le autorità locali e con i familiari dei connazionali.
Sono in corso le ricerche di un italiano nella zona di Yalung Ri e di altri nostri connazionali in altre aree del Paese. Non ce l’ha fatta, invece, un altro alpinista italiano impegnato in una scalata sulla vetta dello Yalung Ri. L’uomo è stato travolto da una valanga che si è abbattuta sul campo base a oltre 5.600 metri di quota. Nella slavina sono morte altre sei persone di diversa nazionalità.