Presunte frasi razziste contro Juan Jesus, niente squalifica per Acerbi per mancanza di prove

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Dal profilo Facebook di Juan Jesus

Niente squalifica per Francesco Acerbi. È arrivata la tanto attesa sentenza del Giudice Sportivo in merito al caso delle presunte frasi a sfondo razzista rivolte dal difensore dell’Inter alla volta del giocatore del Napoli Juan Jesus. Il difensore nerazzurro è stato assolto a causa della mancanza di prove: “Non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”, spiega nella nota ufficiale il Giudice Sportivo Mastandrea. Acerbi in caso di colpevolezza avrebbe rischiato una lunga squalifica.

In pratica, nella motivazione della sua sentenza, il giudice Mastrandrea sostiene che l’insulto razzista non sia stato sentito da nessuno in campo al di fuori di Juan Jesus e che non esistano immagini che possano provarlo. Dunque, pur credendo alla buona fede del difensore brasiliano, non ha in mano gli strumenti sufficienti per poter sanzionare Acerbi.

Tecnicamente la sentenza del Giudice Sportivo non è appellabile da parte del difensore del Napoli e quindi, almeno dal punto di vista della giustizia sportiva, la vicenda si chiude qui.

In sostanza a stretto giro è arrivata la reazione di Juan Jesus che ha cambiato il suo profilo Instagram. Il difensore brasiliano del Napoli, dopo la sentenza che ha assolto Acerbi, ha impostato come immagine un pugno chiuso in alto. Immagine che richiama il gesto del movimento Black Power contro il razzismo compiuto dagli americani Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi in Messico del 1968 e tornato in auge negli ultimi anni con il Black Lives Matter.

Il comunicato del Napoli. Sulla decisione il club partenopeo ha scritto: “Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”. #iostoconjj