Musiche russe, tanti amici e ricordi per il funerale di Giorgia Bernardele

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C’era tutto il mondo di Giorgia oggi al suo funerale.

Tutto ciò che lei amava: la famiglia, il mondo universitario, la cultura russa (con bellissimi canti gregoriani in russo e musiche tradizionali ucraine e italiane ma che raccontavano comunque la Russia), gli amici vicini (presenti in chiesa) e quelli lontani (presenti anche loro con ricordi – scritti in diverse lingue – e foto nei pannelli all’ingresso della chiesa).

Circa 700 persone hanno così saluto nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Madonnetta di Sarcedo a Giorgia Bernardele, la dottoranda 25enne di Sarcedo morta a Mosca nella sua stanza nel dormitorio dell’Università Statale di Studi Umanistici. Il suo cadavere era stato trovato dalla polizia, che aveva sfondato la porta chiusa a chiave, dopo l’allarme lanciato da amici e colleghi che da tre giorni non la vedevano.

La cerimonia funebre è stata lieve ma carica di emozioni, caratterizzata dalle intense testimonianze della mamma di Giorgia, Michela Grotto, di amici di famiglia e delle amiche e colleghe della ragazza.

Il Vangelo scelto dal parroco don Mariano Cocco Lasta, anche lui colto dalla commozione in alcuni momenti, narrava la vicenda del chicco di grano che cade per terra e dà frutto. “E’ un chicco che rinasce – ha sottolineato nell’omelia don Mariano – e donandola, dà la vita. La vita di Giorgia è come una spiga che ora porterà altri frutti. Frutti come la cultura di cui era assetata, quella cultura che apre nuovi orizzonti e frontiere: un’apertura mentale così preziosa per il futuro di questa nostra Europa. I giovani hanno questo Dna che li spinge ad aprirsi a nuovi orizzonti, anche noi adulti dobbiamo essere capaci di aprire i nostri cuori. La vita di Giorgia ha avuto senso anche se è stata breve, perché vissuta intensamente e lasciando segni indelebili”. Il parroco ha ricordato anche l’affetto di Giorgia per le persone anziane, frutto dell’amore con cui è cresciuta grazie ai quattro nonni.

Le amiche hanno ricordato invece le tante esperienze vissute con Giorgia: chi nell’infanzia e nell’adolescenza, chi all’università. Tutti racconti dai quali è emersa nitida la figura di una giovane donna estremamente intelligente, curiosa e viva, diversa per scelta e con convinzione  dalla maggioranza dei suoi coetanei, che spiccava nella massa, orgogliosa di non omologarsi e di seguire le sue vie e i suoi interessi, ma anche dotata di una saggezza “che ad alte persone non è dato avere neanche dopo decenni di esperienze di vita”, come ha sottolineato la sua amica storica.

Ancora più toccante è stata la lettera letta dalla mamma di Giorgia a nome anche del papà Claudio Bernardele e della sorella minore Lucia.  Michela Grotto ha ringraziato tutte le persone che a vario titolo sono state loro vicino in questi giorni “di gelo nel cuore”. Ha spiegato il tentativo di creare un momento di saluto “sobrio e amichevole, come era tipico di Giorgia”.

“Per quattro giorni a Mosca ci siamo sentiti come dentro una bolla assurda – ha affermato – ma ci è successa anche una cosa bella: abbiamo conosciuto la Giorgia di questo ultimo anno e mezzo per voce dei suoi amici e professori: una ragazza tenace e curiosa, che è stata uno stimolo nelle ricerche accademiche anche per i compagni; ci hanno restituito l’immagine di nostra figlia non solo vulcano di idee, ma anche ricercatrice che con forza e perseveranza quelle idee si impegnava per realizzarle”.

“Ci è rimasto tanto dentro quanto ci ha detto la professoressa Vera Zabotkina, vicerettrice dell’Università, che ha vissuto una vicenda analoga alla nostra perché ha perso dieci anni fa un figlio di venticinque anni che studiava alla Sorbona a Parigi. Ci ha detto: non chiedetevi mai perché, guardate sempre avanti, al domani”.  “Ragazzi, studiate – ha continuato la mamma di Giorgia – e conoscete gli altri popoli del mondo. Fatelo anche per lei”.

E proprio con questo sguardo di speranza la famiglia, insieme ai due professori universitari che seguivano le ricerche della dottoranda, hanno scelto di promuovere la fratellanza fra il mondo universitario italiano e russo e di sostenere lo sviluppo della scuola di Slatioara, il villaggio dove Giorgia aveva svolto le sue ultime ricerche l’estate scorsa. “Un piccolo seme che speriamo dia frutto dando un’opportunità di studio a tanti  ragazzini” ha affermato Michela Grotto, che ha chiuso il suo intervento con un saluto rivolto direttamente a Giorgia: “Ciao Dodolina, fai buon viaggio e chiama stasera quando arrivi”.

Dopo la cerimonia funebre la salma di Giorgia Bernardele è proseguita per Thiene dove è stata tumulata nel locale cimitero.