Bosco delle fade e Cascata della Calgera a Durlo

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Il piccolo abitato di Durlo serba quel fascino misterioso dei luoghi inselvatichiti, dove vecchi sentieri ormai occlusi dalla vegetazione portano a case diroccate nel bosco e alcune contrade sono così isolate da dover percorrere lunghe e strette strade tortuose per accedervi; tra le pieghe dei monti poi l’acqua si incanala in forre selvagge scavate dall’erosione e che nascondono splendide cascate. Nei punti più esposti invece si aprono le viste più panoramiche sull’alta e verde Valle del Chiampo, divenuta famosa per la troticoltura.

La vista di Durlo è caratterizzata dal cono vulcanico del Monte Purga, che si eleva nei pressi della chiesa del paese. La sua vetta si raggiunge in breve da qui salendo per il Sentiero del Castello, il quale aggira il rilievo addentrandosi in una faggeta fino a raggiungere il cocuzzolo sommitale a 945m di quota. Quassù si ritrovano i resti di una struttura scavata nel terreno a pianta rettangolare e delimitata da mura in sasso, che risale ad un’antica fortificazione con finalità di controllo lungo una via d’accesso alla Lessinia.

La suggestiva faggeta del Monte Purga digrada verso occidente lambendo le terre di vecchi castagneti abbandonati ed è questo bosco che viene chiamato Bosco delle Fade per il suo pregio estetico: infatti fade sta ad indicare le fate, creature delle leggende popolari che animavano i boschi. Vi si addentra il sentiero omonimo conosciuto anche come Sentiero dello Scalao, che si raggiunge seguendo la strada che da Durlo sale a Campofontana. Lungo il percorso si incontrano alcuni vecchi castagni di grandi dimensioni e l’atmosfera che si respira è la stessa che si immagina quando si ascoltano le fiabe da bambini.

Giunti ad un bivio si piega a destra per il Sentiero dei Sengi che risulta segnalato da alcuni cartelli; il primo tratto si sviluppa lungo antichi coltivi sistemati a terrazzamento, oramai invasi dal bosco, all’interno del quale si notano alcuni vecchi fienili e edifici diroccati.

Nella seconda parte il sentiero scende verso l’impluvio del Torrente Corbiolo ed è caratteristico il tratto a S scavato nella roccia che dà appunto il nome al sentiero stesso. Qui vicino si trova anche un capitello scolpito a lato del sentiero.

Poco più avanti, attraversato il Torrente Corbiolo, si giunge a Contrada Pasquali, piccola contrada accessibile con una stretta e tortuosa strada secondaria. Il percorso quindi sale verso il Bosco delle Piogne, da cui con una deviazione su sentiero poco visibile è possibile raggiungere la spettacolare Cascata della Calgera, all’interno della forra del Corbiolo. La cascata è costituita da due salti d’acqua, serrati all’interno di uno stretto e alto canyon. A lato della cascata si trova un enorme antro nella roccia, mentre l’accesso avviene direttamente risalendo il torrente seguendo le pieghe della forra. Il sentiero di accesso si trova non troppo distante dalla sottostante Contrada Pasquali ed è piuttosto stretto anche se non particolarmente impegnativo.

Ritornati sul sentiero principale si prosegue in salita fino a sbucare su una stradina sterrata che conduce alla disabitata Contrada Golge, invasa dai rovi e che si trova lungo il corso del Corbiolo. Da qui si risale verso la Contrada Rancani attraverso il Sentiero dei Cimbri, che offre una bella vista su Bolca e il Monte Purga. A lato del sentiero si incontra anche l’antica Fontana delle Tratte, costituita da due vasche in pietra.

Giunti al capitello presso Contrada Rancani si può evitare di effettuare il ritorno a Durlo con la strada asfaltata proseguendo fino a Contrada Zordani e da qui quindi seguire il bel Sentiero della Teda che si sviluppa all’interno di alcuni bei castagneti fino a giungere direttamente al centro del paese.

L’itinerario è una facile escursione alla portata di tutti e risulta ben segnalato; solamente la deviazione per la Cascata della Calgera è più impegnativa e non segnalata e necessita quindi di buon intuito. Lo sviluppo è inferiore ai 10 chilometri e impiega circa 3-4 ore.