Vajo del Ponte – Monte Pasubio

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Attenzione: il presente articolo descrive un percorso di natura alpinistica, che richiede tutte le precauzioni del caso: casco, imbrago, corde, attitudine all’arrampicata.

 

Molti camminando lungo la celeberrima Strada delle 52 Gallerie a Valli del Pasubio avranno senz’altro notato delle targhe marmoree con incisi i nomi di alcuni vaji che solcano la bastionata sud del Monte Pasubio.

Tra di essi, nei pressi del Passo di Val Fontana d’Oro, si trova quella del Vajo del Ponte: da qui un canale si insinua prima tra erti pendii erbosi e poi tra strette pareti di roccia, precipitando verso valle.

Si può già immaginare che non sono molte le persone che ascendono per questa via al Pasubio, sia per le difficoltà che si incontrano che per l’ambiente selvaggio anche se a due passi dai sentieri più battuti. Nonostante ciò, l’itinerario riserva spettacolari scorci in uno scenario severo, tra roccia perlopiù solida.

Il punto più spettacolare si ha poco dopo metà salita, allorquando si incontra un enorme masso incastrato tra due pareti di roccia distanti pochi metri e sospeso in alto sopra il canale. Proprio questo sasso caratteristico dà il nome al vajo perché come un ponte collega le due pareti.

Il Vajo del Ponte presenta un inizio in comune con il Boale Rosso che scende anch’esso nel sottogruppo di Forni Alti, a est del sentiero di Val Fontana d’Oro. La partenza ideale è dal Prà dei Penzi, ottimo punto per ammirare le pareti e le guglie del versante sud del Pasubio.

Da qui si prende la strada sterrata che porta a Malga Cornebe; il primo greto di torrente che si trova è il Boale Rosso, il quale si risale tra i sassi e i salici. Giunti all’imbocco del vajo, ecco che si devono risalire un paio di risalti. Il primo è elementare, mentre il secondo, che presenta anche una cascatella, è più impegnativo e si risale o direttamente oppure aggirandolo sulla sinistra.

L’uso della corda è molto consigliato, ne bastano 30 metri e sui salti di roccia più difficili si trovano anche dei golfari per l’assicurazione. Nel complesso sono presenti 5-6 risalti; quelli più divertenti sono quelli nei pressi del ponte. A circa metà salita il vajo si biforca: a sinistra sale il Boale Rosso, mentre a destra si prosegue per il Vajo del Ponte; questo è l’unico bivio, poi non si può più sbagliare.

Quando si giunge sotto all’enorme masso incastrato ci si sente così piccoli nel confronto con la montagna… ma anche così soddisfatti di poter accedere a luoghi così spettacolari. Dal masso in poi il vajo si stringe tra due alte e lisce pareti, dove la luce penetra a fatica.

Si sale poi ancora con facili passaggi di arrampicata e massi notevoli fino a sbucare sulla Strada delle 52 Gallerie, passando per l’uscita che presenta roccia un po’ più friabile e un breve tratto su erba ma senza alcuna difficoltà. Da qui la parete di Cima Forni Alti troneggia sopra le teste degli escursionisti.

Quest’ultima costituisce una valida prosecuzione della salita per ammirare un ampio panorama. Le possibilità di salita sono o il classico sentiero che proviene da Val Fontana d’Oro, oppure la vecchia cengia che incide la parete sud, aggirando la cima e salendo poi dalla cresta opposta direttamente in vetta.

Un itinerario nel complesso vario, non banale, fatto di alpinismo ed esplorazione che al contempo si fondono con le tracce della Grande Guerra.