Condannati gli autori del pestaggio e della rapina a tre sedicenni. Uno è latitante

Il luogo aperto dove avvenne l'episodio di violenza e i due condannati nei riquadri

Undici mesi dopo la notizia dell’aggressione e rapina ai danni di tre sedicenni di Zugliano arriva la sentenza. Othmane Alouani (20 anni) e Yassine Mouhtadi (26) sono stati riconosciuti colpevoli dell’episodio criminale contestato e condannati rispettivamente a 3 anni e 4 mesi e 5 anni di carcere. I due giovani complici, saliti alla ribalta della cronaca anche per altri fatti illeciti, sono entrambi di origine marocchina ma cresciuti tra Thiene e Lugo Vicentino. I due erano stati arrestati in seguito alla vile aggressione ai tre minorenni di sabato 3 marzo 2018, avvenuta nei pressi della piazza centrale del paese. Alouani risulta tutt’ora latitante, scomparso dai “radar” delle forze dell’ordine dallo scorso settembre.

In quell’occasione, i due condannati erano scesi da una Mercedes guidata da un terzo complice – una donna di Breganze – che avrebbe avuto un ruolo marginale nella vicenda. Dopo aver minacciato i tre adolescenti prescelti come vittime, la coppia di apprendisti gangster di strada secondo la ricostruzione dei carabinieri di Thiene è passata dalle parole ai fatti: spintoni, calci e schiaffi fino a farsi consegnare portafogli e smartphone. Uno dei tre ragazzi colpiti con violenza fu costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

La successiva fuga dei due delinquenti durò appena poche ore. I militari del capitano Davide Rossetti, in base alle testimonianze raccolte e alla descrizione della vettura utilizzata per allontanarsi, concentrarono le attenzioni andando praticamente a colpo sicuro. Una volta raggiunti i due sospettati nelle loro abitazioni, infatti, sono state ritrovate sia la Mercedes parcheggiata nelle vicinanze che la refurtiva sottratta ai 16enni di Zugliano.

Nei mesi successivi all’arresto, il più giovane dei due, Alouani si era reso protagonista di altri reati e dell’evasione dagli arresti domiciliari, misura cautelare di cui evidentemente il nordafricano si faceva beffe. Da quasi sei mesi se ne sono perse le tracce, possibile che il 20enne si sia rifugiato all’estero in vista della sentenza giunta in questi giorni.