Ancora sirene in Israele. 50 morti a Gaza nei raid della notte. Netanyahu: “Ogni membro di Hamas è un uomo morto”

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Israele si prepara a una “guerra lunga e dura”. In un discorso alla nazione pronunciato ieri insieme al  leader del partito Unità Nazionale, Benny Gantz, Benjamin Netanyahu ha avvisato: “Ogni membro di Hamas è un uomo morto”.  La strada tracciata dal premier israeliano è quella del governo di emergenza nazionale. Ora nessuna scelta potrà essere fatta senza l’adesione di maggioranza e opposizione.

Intanto continuano a risuonare nella zona centrale di Israele le sirene di allarme per i razzi lanciati da Gaza. Nuovo lancio di missili su Tel Aviv. Nei raid della notte scorsa sulla Striscia l’esercito ha più volte colpito le forze di élite Nukhba di Hamas, in particolare i suoi centri operativi di comando. Quelli che – stando a quanto dichiarato dall’esercito – hanno gestito l’infiltrazione nei kibbutz al di là del confine sabato scorso. Almeno 51 persone sono morte e altre 281 rimaste ferite negli attacchi aerei compiti dall’esercito di Israele nella notte, secondo il Ministero della Sanità palestinese citato dai media locali. I militari hanno anche annunciato di aver dispiegato forze di riservisti lungo le città sul confine con il Libano. Il numero delle vittime nella Striscia di Gaza per i bombardamenti israeliani degli ultimi sei giorni è intanto salito ad almeno 1.200 morti. 1300 le vittime israeliane secondo il nuovo bilancio. Secondo l’Onu a Gaza gli sfollati sono saliti a quasi 339 mila.

Fonti palestinesi affermano che il presidente Abu Mazen incontrerà domani il segretario di Stato americano Antony Blinken, atteso per oggi in Israele dove vedrà il premier Benyamin Netanyahu. Di ieri l’avvertimento di Joe Biden all’Iran, sostenitore di Hamas. “L’ho detto chiaro agli iraniani, state attenti” ha dichiarato Intervenendo alla Casa Bianca a un incontro con i leader della comunità ebraica americana. “Hamas è male puro” ha tuonato sottolineando che il 7 ottobre è stato “il giorno più mortale per gli ebrei dall’Olocausto”. Israele striglia invece Pechino: “Deve assumere un atteggiamento più equilibrato” sul conflitto tra Israele e Hamas.

E mentre la Turchia lavora per liberare gli ostaggi, media ebraici smentiscono la liberazione di tre prigionieri annunciata da Hamas. Anche il Comitato internazionale della Croce Rossa si muove per giungere alla liberazione degli ostaggi israeliani, implorando alle due parti in conflitto di adoperarsi per ridurre le sofferenze dei civili.