Copyright, il Pe approva le riforme. Di Maio: “Una vergogna tutta europea”

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Il Parlamento europeo ha approvato oggi la proposta di riforma del Copyright con 438 voti a favore, 226 contro e 39 astensioni. Adottato a maggioranza il mandato per cominciare i negoziati con Consiglio e Commissione Ue, necessari per arrivare alla definizione del testo legislativo finale.

La chiave rivoluzionaria è in due aricoli: l’11 e il 13.

L’articolo 11 riconosce “il legittimo uso privato e non commerciale di pubblicazioni stampa da parte di utenti individuali”, di non far pagare i diritti “per i soli hyperlinks che sono accompagnati da parole individuali” e di escludere qualsiasi “effetto retroattivo”.

L’articolo 13 limita l’obbligo di concludere accordi con i detentori di Copyright e l’imposizione di filtri a “fornitori di servizi che condividono contenuto online”, invece che a tutti gli operatori della “società dell’informazione”.

“La direttiva sul diritto d’autore è una vittoria per tutti i cittadini. Oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale”. E’ quanto ha scritto in un tweet il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani dopo il via libera alla riforma giunto dall’assemblea di Strasburgo.

Di tutt’altro parere l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Isabella Adinolfi: “Una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini. Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Il testo approvato oggi dall’aula di Strasburgo contiene l’odiosa link tax e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso! Ha vinto il partito del bavaglio. Purtroppo sono stati respinti tutti gli emendamenti di stralcio che il Movimento 5 Stelle aveva presentato”, conclude Adinolfi.

E il vicepremier Luigi Di Maio rincara la dose: “Una vergogna tutta europea: il Parlamento ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da grande Fratello di Orwell”. Il M5S si batterà “nei negoziati tra i governi, nel Parlamento e nella Commissione europei”, aggiunge il leader pentastellato, assicurando che “alla prossima votazione d’aula la direttiva verrà nuovamente bocciata”.

Dal fronte del Pd: “Ha vinto l’Europa della cultura e della creatività contro l’oligopolio dei giganti del web”, esulta l’europarlamentare Silvia Costa. Con la nuova direttiva, infatti, “vince la libertà nella responsabilità contro la massiccia campagna di intimidazione nei nostri confronti fatta dai giganti del web”. Perchèé “tende a trovare un equilibrio tra la tutela della diversità culturale e informativa, la costituzione europea e la sostenibilità economica delle imprese che investono nella produzione dei contenuti”. E, continua Costa, “un’informazione di qualità richiede investimenti sulle risorse umane”, per cui “il lavoro intellettuale e creativo va riconosciuto e la direttiva sul copyright tutela proprio questo diritto”.

Per Fi: “L’ok del Parlamento europeo alla direttiva sui diritti d’autore nel mercato unico digitale è un’ottima notizia. Su questo tema l’Europa è dalla parte del talento, della creatività, della cultura. Finalmente verrà regolamentato un settore fondamentale per l’economia comunitaria”. Lo scrive su twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Soddisfatti anche gli editori: “E’ un grande giorno per la stampa indipendente e per la democrazia” e, con il voto odierno, “gli eurodeputati hanno dimostrato il valore della stampa indipendente” esprimendosi a favore di “un diritto degli editori che aiuterà ad assicurare la sostenibilità del settore della stampa europea”. E’ quanto si legge in una nota congiunta delle associazioni degli editori europee Enpa, Emma, Epc e Nme. Le nuove regole, affermano gli editori europei, “aiuteranno a garantire i nostri media indipendenti per la prossima generazione”, la condivisione dei diritti per i giornalisti, una modernizzazione delle regole che non soffoca l’innovazione e che promuove l’equità nell’ecosistema digitale. Allo stesso tempo la riforma del copyright consentirà ai lettori di continuare a condividere link, creare meme e utilizzare Wikipedia, sostenendo le vere notizie e non le fake news.