Dl semplificazioni, disco verde del Cdm salvo intese

E’ solo il primo tempo di una lunga trattativa ma il via libera sul decreto semplificazioni, definito dal premier Giuseppe Conte “la madre di tutte le riforme”, c’è. Seppur “salvo intese”, cioè aperto a ulteriori modifiche. L’ok è arrivato dopo una riunione fiume durata più di quattro ore in Consiglio dei ministri, e terminata all’alba, dopo le 4.30.

48 articoli in meno di 100 pagine contenenti novità in materia di opere pubbliche, edilizia, digitalizzazione della Pa e trasformazione green per rilanciare il Paese dopo l’emergenza Covid. Due i nodi che hanno rallentato i lavori del governo, spostando l’inizio del Cdm di oltre un’ora rispetto alla tabella di marcia: le nuove regole sull’affidamento degli appalti e l’estensione del cosiddetto “modello Genova” ai maxi-cantieri che negli anni sono stati rallentati dalla burocrazia. La riunione al Mit ha visto ‘partorire’ una lista di 50 opere, che potranno essere affidate a dei commissari nominati con Dpcm ad hoc da qui a fine anno.

Anche sulla riforma dell‘abuso d’ufficio, altra ‘partita’ difficile del dl semplificazioni, sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso della riunione, la ministra e capodelegazione di Iv, Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”.

L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, avrebbe fatto salvo l’obiettivo della riforma di circoscrivere i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio. Così da superare quella che il premier Giuseppe Conte ha definito la ‘paura della firma’ e che frena il lavoro dei dirigenti pubblici. Il danno erariale – altro tassello della riforma – scatta solo se c’è dolo.

Sul tavolo di Palazzo Chigi è approdato anche il Piano nazionale delle riforme (Pnr), che solitamente accompagna il Def e che fornirà le linee guida per il Recovery plan previsto a settembre. Il documento serve per andare in Europa con un piano credibile di riforme e che il giorno prima del tour europeo del presidente del Consiglio, che inizia oggi, riceve il via libera dei ministri.

Approvato anche il ddl sull’assestamento di bilancio. Ma si profila il terzo scostamento di bilancio del 2020: altri 20 miliardi di euro per mettere in sicurezza le misure di contenimento pensate per combattere la crisi creata dall’epidemia. L’autorizzazione dovrà arrivare entro la fine di luglio.