Matteo Salvini è Pronto a proporre un patto a Meloni e Berlusconi

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Il vicepremier Matteo Salvini è pronto a riunire la destra in vista di future elezioni. Intervistato dal direttore de ilGiornale, Alessandro Sallusti, Salvini spiega il suo piano per le urne: “Nelle prossime ore vedrò Berlusconi e la Meloni alla luce del sole. Gli proporrò un patto, l’Italia del sì contro l’Italia del no. Parleremo sia di elezioni regionali sia di elezioni politiche: proporrò un patto, l’Italia del sì contro l’Italia del no”. In merito ad eventuali elezioni come centrodestra risponde: “Le vecchie classificazioni non mi appassionano. Mettiamola così, oltre il vecchio centrodestra”. Dove per “oltre” – spiega il leader della Lega – “c’è Forza Italia, c’è Fratelli d’Italia e poi ci sono nuove realtà fatte da buoni sindaci e amministratori”.

Una “coalizione” ampia quella pensata da Salvini: “Io non escludo nessuno, questo non è il momento di escludere ma di includere il più possibile. Penso anche ai governatori e ai tanti grillini positivi che abbiamo conosciuto. Non tutti i Cinque stelle sono come Fico o Di Battista”. Sicuramente, spiega però il vicepremier, nel suo piano non c’è posto per “chi è disponibile ad andare anche con Renzi, chi mi ha insultato per mesi. Per il resto stendiamo un programma e presentiamoci uniti agli elettori”. “Le dico un segreto – aggiunge quindi -. So per certo che molti deputati e senatori grillini sono assolutamente contrari all’ipotesi di una alleanza con Renzi e al momento giusto lo dimostreranno”.

Un governo in Parlamento per evitare le elezioni? “Facciano una roba simile e vediamo chi viene messo all’angolo nelle tante elezioni regionali che stanno per arrivare, dall’Umbria alla Calabria, dalla Toscana all’Emilia-Romagna. Andrebbero tutti a schiantarsi sull’altare di Renzi”, afferma Salvini. “Sa perché nasce questo ipotetico asse Pd-Cinque Stelle? Per salvare il culo a Matteo Renzi”. E’ “la sua mossa della disperazione, se si va a votare dubito che rientri in Parlamento”.

Quanto al Presidente della Repubblica, “Mattarella non è Scalfaro”, che dette l’incarico a Lamberto Dini mettendo da parte Silvio Berlusconi, “e poi non siamo più nel ’94. Il Paese è profondamente cambiato, la gente ha preso coscienza, sarebbe la prima a opporsi a un simile tradimento della democrazia”.