Tasse, Salvini rilancia la proposta di una pace fiscale. Opposizioni all’attacco

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Una grande e definitiva pace fiscale. Per “liberare quei milioni di italiani ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle entrate”.  Matteo Salvini, da Matera, torna a riproporre un mantra a lui caro, sfiorato nei mesi scorsi anche dalla premier Giorgia Meloni. A maggio era stata la presidente del Consiglio a scatenare le polemiche con quel suo “pizzo di Stato”.

A margine di una visita allo stabilimento Mermec-Ferrosud, il ministro dei Trasporti e del Turismo auspica dunque una sorta di condono per quelle cartelle esattoriali di chi le tasse non le ha pagate. Arriva anche a ipotizzare una cifra. “Gli evasori totali per me possono andare in galera e buttare la chiave – dice il vicepremier– ma se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni, chiudiamola. Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto”.

Anche questa volta dalle opposizioni si alza un coro unanime di protesta. Il leader del M5S Giuseppe Conte definisce le dichiarazioni di Salvini “messaggi devastanti, frutto di una tossica subcultura di governo”. Sono “continue strizzatine d’occhio verso chi, alle spalle dei contribuenti onesti, fa lievitare la torta dell’evasione che ormai ha superato i 100 miliardi”. Per l’ex premier “questo non è solo un governo incapace. È un governo dannoso per il Paese”.

Sulla stessa linea il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia: “Evidentemente per questa destra governare vuol dire inneggiare all’evasione, considerare l’Agenzia delle entrate un nemico” dice. Poi aggiunge: “Anziché premiare e ringraziare gli italiani che pagano le tasse, li umiliano, giustificando chi non lo fa e definendo le tasse un pizzo di Stato”.

Al coro di critiche si aggiunge anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che afferma: “Nel Paese dei 100 miliardi di evasione ed elusione fiscale è incredibile che i ministri del governo della destra facciano a gara a lisciare il pelo ai furbi e agli arricchiti senza scrupoli”.