Addio al “mediano” quasi centenario Ballico. Gloria del calcio a Schio, Palermo e Samp

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Una gloria del calcio che fu, come calciatore di serie A, un decano vivente degli allenatori fino a ieri notte, quando Giovanni Ballico ha esalato l’ultimo respiro nella casa di riposo dove da tempo era ospitato e accudito. Nato nella classe 1924, originario di Lonigo ma cresciuto a Schio da bambino prima di girare l’Italia nel corso della sua carriera di atleta nel calcio, aveva festeggiato i 98 anni di età solo meno di 3 mesi fa, il 28 novembre, attorniati dai suoi discendenti.

Chi invece di anni ne ha qualcuno in meno, lo ricorda volentieri anche nella sua “terza vita” nel calcio professionistico italiano, quando scelse di intraprendere l’incarico di dirigente in qualità di direttore sportivo del Lanerossi Vicenza, ai tempi di Paolo Rossi, affiancando nel club Farine e Fabbri. Dopo il ritiro dal mondo del pallone, Ballico si dedicò alla pensione e ad altri hobby oltre che alla numerosa famiglia, da buon nonno, pur continuando a interessarsi ovviamente al calcio che ha contraddistinto la sua vita. A piangerlo dalle prime ore di lunedì alla notizia della sua morte, in particolare, è la comunità del quartiere scledense di Santa Croce, di cui era una memoria storica e dove ha vissuto fino all’ultimo.

La sua carriera di giovane calciatore iniziò proprio nella squadra di Schio, in serie C, dove esordì giovanissimo in prima squadra prima che la guerra costrinse al blocco dei tornei a partire dal 1942. Dopo il conflitto ancora Schio, poi la Spal come trampolino di lancio verso la serie A, vissuta con indosso la maglia della Sampdoria. Giocava come mediano vecchio stampo, un ruolo dal fascino immutabile nel tempo, e divenne a Genova una bandiera tra i blucerchiati, tra i quali militò per 7 stagioni consecutive.

Maturate 160 presenze, passò al Palermo, trasferendosi in Sicilia, tra serie B e ancora A, concludendo con 172 gettoni il suo curriculum di calciatore di vertice (82 invece in B). In un’occasione, da ragazzo, indossò anche la maglia azzurra in un’amichevole a livello giovanile. Segnò un solo gol nella sua carriera professionistica, in rosanero serie B, ma non era affatto quello il suo compito. Dopo l’addio al calcio giocato, avvenuto nel 1958, sempre a Palermo venne incaricato della conduzione tecnica della squadra in serie A, dopo le prime esperienze in panchina a Schio e all’Entella. Per una quindicina d’anni allenò in varie categorie, prima di diventare dirigente prima alla Spal e poi al Vicenza. In ogni luogo dove era stato, veniva richiamato, lo dice la sua storia.

Per l’ultimo saluto a Giovanni Ballico, che lascia tre figlie Sabrina, Liana, Bettina e le rispettive famiglie, tante le dimostrazioni di affetto che si attendono nella chiesa di Santa Croce venerdì mattina. Alle 10, infatti, si celebrerà la funzione religiosa di commiato. Un messaggio di saluto è apparso ieri anche sulla pagina ufficiale dell’Aiac, l’associazione che riunisce gli allenatori di calcio italiani. “Si è spento il più longevo degli oltre 600 tecnici che hanno allenato in serie A a girone unico, dal 1929, come certificato da Allenatori d’Italia. Una vita da mediano, la sua, ricca e lunga, tra campo, panchina e scrivania, sempre legata al calcio, con tappe significative nella Samp, a Palermo e da dirigente nella Spal, al Vicenza e a Pescara. Ai Ballico va l’affetto dell’Assoallenatori, a Giovanni l’ultimo commosso saluto”.