Cunegato (Coalizione Civica): “Neuropsichiatria infantile in declino nell’Alto vicentino ma il disagio aumenta”

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Foto archivio Freepik

Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale di Schio, Carlo Cunegato, di Coalizione Civica.

In questi giorni abbiamo assistito allo scandalo del ragazzo di tredici anni ricoverato a Chioggia in un reparto per adulti. Così ha commentato il grande psichiatra Angelozzi: “Ricoverare ripetutamente, un paziente così grave, in un servizio psichiatrico per adulti è una cosa inconcepibile per il paziente, ma anche dal punto di vista clinico”.
Negli ultimi anni abbiamo raccontato il declino dei servizi della salute mentale in Veneto, dove si spendono solo 42 euro pro capite contro una media nazionale di 67, quasi il 40% in meno, dove solo il 24% dei Centri di salute mentale è in grado di garantire gli orari di accoglienza previsti dalla legge regionale del 2018. A Schio, come è noto, il Centro di Salute mentale di fatto è chiuso dal 2019.

Ciò di cui invece si è parlato poco, è che il declino dei servizi della Neuropsichiatria infantile è ancora più sconcertante. Questo in un’epoca nella quale il disagio psichico dei bambini e degli adolescenti sta diventando una vera e propria epidemia. In ogni classe ci sono ragazzi che si tagliano, depressi, vittime della nuova patologia del ritiro sociale. Queste fragilità sempre più devastanti non trovano più dei servizi all’altezza, capaci di dare risposte. Lasciamo soli i minori più fragili e le loro famiglie, condannando chi non può permettersi il ricorso al privato

Nell’Alto Vicentino, giusto per dare i numeri del disastro, solo dieci anni fa, avevamo cinque, a volte sei medici nella neuropsichiatria infantile. Oggi in un territorio di 180 mila abitanti, ne abbiamo solo due. Un terzo. Drammatico. Come si traduce questa carenza nella vita concreta delle persone che soffrono e delle loro famiglie? Per avere una valutazione possono volerci anche due anni. Mancano anche psicologi, logopedisti e altre figure riabilitative. Spesso i pensionamenti vengono sostituiti con contratti a termine, o con l’esternalizzazione alle cooperative, creando un turn over che è sinonimo di scarsa qualità. 

Di fronte all’aumento dei bisogni di cura non possiamo assistere al collasso dei servizi di neuropsichiatria infantile. Una valutazione che ritarda di due anni significa non accompagnare, curare, aiutare anche stadi di patologie gravi, contribuendo al loro peggioramento, evidente nell’aumento dei ricoveri. C’è bisogno di cura, interventi a domicilio, a scuola, anche di strutture diurne e residenziali temporanee. Serve una struttura socio-sanitaria che sostenga e accompagni i bambini e i ragazzi in difficoltà e le loro famiglie. Le idee centrali nella legge Anselmi, della presa in carico e della prevenzione, sembrano un lontano ricordo.
Non possiamo permettercelo. Bisogna intervenire, bisogna ricostruire. Subito.

Carlo Cunegato, Coalizione civica Schio