La città piange Mamadou: “La sua bontà rimarrà con noi per sempre”

Aveva solo vent’anni Mamadou, e la sua vita è cessata nella notte di domenica, tra le strutture allestite per la sagra patronale in zona Santa Croce, dove è stato rinvenuto esanime. Un tragico episodio che ha lasciato sgomenta l’intera città di Schio, dove Mamadou viveva da circa quattro anni insieme ai genitori e ai fratelli più piccoli. Era arrivato dal Senegal con la speranza di costruire un futuro, e proprio lo scorso giugno aveva conseguito il diploma professionale presso l’istituto cittadino Salesiani “Don Bosco”.

Da qualche mese lavorava come stagista nella zona industriale della città, dove già si era guadagnato stima e fiducia. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un ragazzo riservato, dai modi gentili, sempre rispettoso. Un giovane che stava muovendo i primi passi nel mondo adulto, con discrezione e dignità. La notizia della sua morte ha colpito profondamente la famiglia e le persone che le sono vicine, ma anche la comunità senegalese e tanti cittadini scledensi: “È una perdita troppo dolorosa e non ho parole – commenta con commozione Omar Gueye, rappresentante della comunità senegalese – è stata una notizia improvvisa. Domenica eravamo nella sede anche con la sua famiglia e tutto sembrava tranquillo”.

Una tranquillità funestata all’improvviso da un gesto che lascia disarmati. In queste ore, attorno ai genitori e ai fratelli di Mamadou si è stretta una rete solidale fatta di vicinanza concreta, aiuto materiale, ma anche calore umano: “È una prassi consolidata per la nostra comunità – spiega il referente dell’Associazione Jappo – siamo abituati a non chiedere, ma tra di noi le parole non servono. La famiglia di Mamadou non è sola e non lo sarà neanche nei prossimi giorni”. Sabato alle 14, nella sede di vicolo Maddalena, dietro l’hotel Miramonti, la comunità senegalese si ritroverà per un momento di preghiera e per definire gli aspetti pratici del rimpatrio.

Sarà presente anche la sindaca di Schio, Cristina Marigo, per portare il cordoglio di una città intera. Ma il dolore non riguarda solo la famiglia e la comunità d’origine. È un dolore che attraversa anche tanti coetanei, ragazzi e ragazze che con Mamadou hanno condiviso un tratto di strada, un banco di scuola, un sorriso. Per questo, domani sera alle 18, tramite un tam tam sui social, si sono dati appuntamento davanti al Duomo di Schio per un momento di ricordo collettivo. Un gesto spontaneo, nato dal bisogno di stare insieme, di dare voce ad un lutto che non si può affrontare da soli. E nel silenzio che accompagna il dolore, si fa spazio una comunità che sa ancora stringersi, ricordare, e prendersi cura.

Per chiedere supporto psicologico nei momenti di difficoltà sono attivi diversi numeri di supporto, come quello del Progetto Inoltre della Regione Veneto (800.334.343), De Leo Fund (800.168.678) e Telefono Amico (02 2327 2327).

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