Palla al centro per il Duomo di San Pietro: al “De Rigo” si gioca per sostenere il restauro


Il pallone come simbolo del divertimento e, qui più nello specifico, del gioco del calcio, e il Duomo cittadino, dedicato a San Pietro, come simbolo spirituale della fede degli scledensi che lo frequentano e anche della città stessa per la sua imponenza nel centro storico di Schio e il valore architettonico oltre che storico che rappresenta.
Un bene da curare, però, che necessità di fondi extra per garantirne il restauro, e che quindi mobilita anche chi le scarpe da calcio le ha appese al chiudo da anni oppure non le ha calzate mai, in passato, per una buona causa.
Ecco allora ex calciatori vicentini, ma anche amministratori della politica e una “truppa” di medici e infermieri dell’Ulss 8 Berica, a schierarsi in campo sabato 6 settembre per una partita che pone al centro proprio il Duomo di Schio, garantendo risate e divertimento come extra, in “cambio” di un biglietto d’ingresso a costo popolare. Appuntamento allo Stadio De Rigo a Magrè, dalle 16, per l’iniziative benefica in allegria intitolata “Il Cuore in Campo”.
“Il Duomo, affacciato su Piazza Rossi – spiegano i promotori, con il Comune in prima linea insieme all’Ulss 8 Berica che andrà in trasferta al di fuori del baccino territoriale -, necessita di un intervento di manutenzione straordinaria, in particolare sulla facciata principale. A dare il calcio d’inizio al progetto è stata Ivana Gechelin, da anni alla guida del gruppo ospedaliero di Vicenza, che ha coinvolto enti e amici del territorio in un evento che unisce sport, solidarietà e bellezza”. Di fatto le due squadre in campo saranno composte da una parte dal personale sanitario e dall’altra da rappresentanti delle istituzioni locali, rinforzate da ex calciatori vicentini assai conosciuti e di tutte le età, in gran parte ex biancorossi.
Attivata una “task-force” per il restauro del Duomo di S. Pietro in centro. Servono 2 milioni
Alcuni nomi Mauro Zironelli, Alessandro Sgrigna, Adriano Bardin, Giorgio Carrera, Giuseppe Lelj, Alberto Briaschi, Giovanni Simonato, Claudio Clementi, Fausto Borin ed anche altri. Tra i politici ha assicurato la propria presenza il presidente dell’ente Provincia di Vicenza Andrea Nardin, almeno 5 i sindaci che garantiscono di indossare maglietta e pantaloncini, con altri primi cittadini ad applaudirli i colleghi in tribuna: Mosè Squarzon (Monte di Malo), Adriano Piva (Valli del Pasubio), Umberto Poscoliero (San Vito di Leguzzano), Moreno Marsetti (Malo), Alessandro Crivellaro (Breganze), in squadra con una nutrita rappresentanza degli amministratori di casa a Schio, di maggioranza e minoranza, per una volta con la stessa “casacca”: Valter Orsi, Alessandro Maculan e Aldo Munarini, Marco Vantin, Nicola Ziggiotti, Carlo Cunegato, Luigi Giordan, Alex Cioni e “fuori Comune” Laura Locci, amministratore unico di Pasubio Tecnologia.
Commenta Valter Orsi, Presidente del Consiglio comunale di Schio: “Abbiamo accolto la proposta senza esitazioni: c’è il lato goliardico del gioco, certo, ma soprattutto c’è il valore sociale e comunitario dell’iniziativa. Si tratta di una delle tante azioni che in questi anni la comunità e anche l’amministrazione hanno portato avanti per sostenere la parrocchia nel restauro del Duomo, luogo-simbolo della nostra Città. Un grazie speciale a Calcio Schio per aver messo a disposizione il campo e a Mauro Zironelli, che ha dato una grande mano a coinvolgere le vecchie glorie con l’auspicio che l’invito a fare il tifo e a sostenere la causa sia accolto da molti cittadini e cittadine».
Ingresso a donazione consapevole (5 euro, adulti e minori). L’intero ricavato sarà destinato al restauro del Duomo di San Pietro.Con il patrocinio e la collaborazione di: Città di Vicenza, Città di Schio, Schio Città Europea dello Sport 2023, Unità Pastorale Santa Bakhita, Calcio Schio, Famila Romagna Logistics. Aggiunge la promotrice, Ivana Gechelin: “In campo, sì, si giocherà a calcio. Ma sugli spalti — e in tutta la comunità — si giocherà una partita più grande: quella della cura per la propria città. Perché anche la bellezza, come la salute, ha bisogno di essere custodita e sostenuta insieme”.
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