Comitato per la sanità pubblica: “11 sindaci descrivono la realtà, dove sono gli altri?”

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La manifestazione per la sanità pubblica nell'Alto vicentino del 16 novembre 2019

Anche il Comitato per la sanità pubblica Alto Vicentino – che un anno fa aveva portato in corteo fino all’ospedale di Santorso tremila persone – interviene dopo l’appello-denuncia firmato da 11 sindaci del Distretto 2 sulla situazione socio-sanitaria nel territorio thienese e scledense. Lo riportiamo qui di seguito integralmente.

Chiuse chirurgia generale e specialistica; chiuse ortopedia, medicina e medicina d’urgenza; chiuse fisioterapia, oculistica e geriatria; neurologia ridotta a costola della cardiologia; chiuse o fortemente ridimensionate le visite specialistiche; con un Pronto Intervento con soli 5 medici “strutturati” (gli altri, quando vi sono, sono “presi a ore” da cooperative) a sostituire un Pronto Soccorso che ne esigerebbe 21, che cosa rimane dell’ospedale e dei suoi servizi ai 187.000 abitanti dell’ Altovicentino? Non è stato neppure attivato un reparto di pneumologia, con specialisti pneumologi “strutturati”, che almeno per coerenza dovrebbe esserci a Santorso, visto che è l’ospedale dedicato all’epidemia – sono più di 150 i malati con il virus nei polmoni –; è stato invece confermato a Bassano. Questo è il quadro drammatico che abbiamo di fronte, così come è stato delineato dal documento di Balzi e Casarotto e dei loro colleghi. 

“Per l’emergenza Covid” – replica il direttore generale Simoni – “sono stati assunti 41 medici”  ed elenca altri dati, che però non dicono nulla se consideriamo il quadro sopra descritto. E poi quei medici sono stati assunti solo a novembre 2020, e solo 24 a Santorso, dove già un anno fa, in situazione ordinaria e non emergenziale, ne mancavano ben 64 per completare l’organico. 

Rimane dunque da chiedersi dove siano stati in questi mesi e negli anni scorsi i sindaci che non han firmato quel documento di Balzi e Casarotto. Perché quel documento purtroppo descrive la situazione qual è, con coraggio e rigore, non mistifica nulla, ed è la situazione che già dieci giorni fa il nostro Comitato aveva deciso con un suo documento di denunciare perché insostenibile. 

Ora spiace purtroppo ancora una volta constatare che molti sindaci o non si informano e non si aggiornano sull’efficienza e sulla qualità dei servizi socio-sanitari del loro territorio, forse perché erroneamente ritengono che non sia nelle loro competenze, o per opportunità spicciole e miopia di parte non si assumono le responsabilità del ruolo che hanno assunto, e preferiscono non indagare accettando le indicazioni del Direttore generale di turno e assecondano in ogni caso le strategie e gli obiettivi della Regione.