Generazione Z – Viaggiare è vivere due volte. Episodio 6: Dalle istituzioni europee a Van Gogh

4 agosto 2020. Ripartiamo dall’ultima sera ad Amsterdam: dopo il giretto notturno in centro, mi accorgo che qui ormai ho visto la maggior parte di ciò che mi interessa e mi metto a cercare qualche altra città in Olanda da visitare. Per caso “inciampo” in un’offerta di Flixbus per andare a Bruxelles in giornata, capitale del Belgio situata a 150 chilometri circa. Non ci penso due volte vista l’eccitazione per visitare un altro paese, unita al fatto che il biglietto andata e ritorno costa 20 euro.

Piccola parentesi: a febbraio avevo prenotato un volo per Bruxelles e non ero potuto andare perché il giorno della partenza coincideva proprio con il giorno in cui il nostro Presidente del Consiglio decise che il lockdown totale era l’unico rimedio al propagarsi del virus. Chiaramente mi è “rimasta qua” e quindi mi ero allora promesso che prima o poi sarei partito alla volta del Belgio. Adesso, girando tra vari siti provider di trasporto mi imbatto in questa offertona. La partenza (alle 7:10 del mattino) è alla fermata di Sloterdijk (quella dove ero arrivato da Praga, se vi ricordate) e quindi a circa un’ora a piedi dalla casa di William. Quindi prenoto il volo, preparo lo zaino e vado a letto.

5 agosto 2020. Salito sul bus, mi metto comodo. Dopo un po’ di viaggio, chatto con un’amica che mi dice di essere in viaggio per Genova da sola. Io penso cavolo, che bomba, una ragazza di 18 anni che prende e va a farsi un viaggio da sola. E questa è una mentalità che è propriamente del Nord Europa: quante ragazze, anche molto giovani, ho incontrato viaggiando e secondo me è un’esperienza da incoraggiare e “pubblicizzare” anche in Italia, dove forse ci manca un po’ questo spirito d’avventura, confermato anche da un triste dato di italiani “mammoni”. Molte volte sembra che non abbiamo il coraggio di prenderci il rischio, ma è uscendo dalla propria zona di confort che ci si migliora e si impara.

In un paio d’ore raggiungo Bruxelles e mi viene in mente che, insieme a Lussemburgo, è di fatto la capitale amministrativa europea e questo vuol dire che ci saranno un botto di edifici governativi, come il Palazzo Europa. Il bus si ferma proprio nell’area giusta: è pieno di grattacieli!! Il tempo è perfetto: sui 23/24 gradi con un bel sole. Il primo edificio che vedo è questo del video sottostante, di cui ora sinceramente non mi ricordo neanche il nome, però è gigantesco, qua è tutto gigantesco.

Davanti a questo c’è il Consiglio Europeo e questo me lo ricordo. Molto interessante il fatto che verso aprile avevo fatto un esame sulle istituzioni economiche europee, che mi era andato anche piuttosto bene, quindi sono abbastanza informato per quanto riguarda ciò che viene svolto in questi edifici. Infatti quando mi trovo davanti alla Commissione Europea vedo il “DG Commerce” (come da foto) e qui è il luogo dove si svolgono le riunioni per gli accordi commerciali che l’Europa stipula con i paesi del resto del mondo. Interessante anche il fatto che recentemente un importante commissario della Commissione europea (Valdis Dombrovskis) ha incoraggiato i rappresentanti dei paesi europei a stabilire nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti, adesso che il prossimo presidente Joe Biden sembra meno protezionista del suo predecessore.

Gli edifici da visitare sono molti, quindi scelgo di accedere al Parlamento Europeo e mi viene spiegato che li vengono prese la maggior parte delle decisioni che riguardano la nostra vita comunitaria. Nella parte superiore di quello che può sembrare un Pantheon (foto con i tavoli color ocra) ci sono le stanze degli interpreti, che devono svolgere un gran lavoro per permettere ai vari rappresentanti dei 27 paesi di comprendere le 24 lingue parlate nell’Unione. Visitando il Parlamento (gratuitamente) vedo molti video che spiegano l’origine dell’Unione, come è stata promossa dagli Stati Uniti stessi per evitare che ci potessero essere altre guerre in un continente che come si sa ha portato il mondo intero a combattere due conflitti mondiali, tra l’altro inutili e sanguinosi: c’era quindi li bisogno di “calmare” quest’aerea attraverso delle politiche di unione e fino a questo momento mi sembra che stia funzionando piuttosto bene.

Fuori dagli edifici mi fermo a fare qualche riflessione per quanto riguarda l’esistenza stessa di queste organizzazioni e trovo subito una risposta nella facilità con la quale ho potuto attraversare i confini dei paesi che fino a quel momento avevo visitato: chi lo avrebbe immaginato cento anni fa che si sarebbe potuto viaggiare indisturbati all’interno di un territorio così vasto e variegato come l’Europa? È grazie a chi ci garantisce ogni giorno quest’unione che possiamo avere questa libertà, che molti altri nel mondo purtroppo non possiedono. Continuo la mia passeggiata per Bruxelles e passo per varie piazze, parchi e monumenti: qua la storia sembra convivere benissimo col presente. Giovanissimi “skatano” davanti a un monumento e mi fermo a guardarli.

In centro riesco anche a vedere la statuetta del “Manneken Piss” che da come comprendo è molto rappresentativa del Belgio: le magliette con stampata la famosa statuetta si trovano in tutti i negozi di souvenir. Mi fermo rapidamente a farmi un panino e successivamente a provare le celebri patatine fritte (speciali) e continuo col mio viaggio. Decido di raggiungere l’Atomium: una struttura che simboleggia la forma dell’atomo appena fuori dal centro città: ci metto però una quarantina di minuti per raggiungerla coi mezzi pubblici. È davvero mastodontica, però non ho molto tempo: riesco a godermela per cinque minuti e dopo devo tornare.

La batteria del mio telefono mi sta abbandonando e mi accorgo che ho perso il cavo per poter collegare il powerbank al telefono: la fortuna gira perché, dopo aver spiegato la storia a una signora in metro, mi lascia caricare con il suo caricatore portatile: life saving! (senza navigatore non si va da nessuna parte). Smonto dopo averla ringraziata e mi affretto a raggiungere la fermata del Flixbus per il ritorno. Arrivo un minuto prima della partenza: la vita sa essere emozionante a volte, non mi immagino cosa avrei fatto se avessi perso il pullman. Al ritorno mi faccio una dormita ed arriviamo ad Amsterdam. Riesco a prendere un bus per raggiungere il centro partendo da Sloterdijk (fermata di arrivo del Flixbus) e poi mi incammino verso casa. Cucino qualcosa per me e William che ha lavorato tutto il giorno e sembra stanco; sono stanco anch’io ma il dover di ricambiare l’ospitalità mi tiene in piedi. Dopo mangiato usciamo a bere qualcosa in bar di un suo amico e concludiamo la serata parlando del più e del meno, mi racconta anche un po’ della sua famiglia.

Il giorno dopo è la volta dei musei: visito ovviamente quello di Van Gogh (la loro pronuncia del nome è molto strana) dove ho modo di assaporare il genio olandese. La galleria ha anche quadri di molti altri artisti, tutti molto interessanti, ma Van Gogh è sicuramente il protagonista: si poteva chiaramente vedere la sofferenza che attraversava l’artista durante la sua pur breve vita, conclusasi come tutti sappiamo nel peggiore dei modi. È veramente accattivante vedere l’evoluzione della vita delle persone, i momenti belli, i momenti bui, ma certe volte quest’ultimi hanno la meglio. Ma bando alle ciance: ho un volo alle 16.55 che mi porterà a…. Vediamo se ve lo ricordate 😊

Alla prossima!!

Mohammed Sadiq (Instagram: @momothalegend)

Leggi l’Episodio 1: Preparativi

Leggi l’Episodio 2: Vienna

Leggi l’episodio 3: Vienna

Leggi l’episodio 4: Praga

Leggi l’episodio 5: Amsterdam