Covid-19, allarme di 11 sindaci: “Santorso ospedale Covid con deficit di personale”

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La hall interna dell'ospedale di Santorso (foto Ulss 7)

Situazione critica all’ospedale di Santorso. A denunciarlo sono 11 Comuni dell’Alto Vicentino: i primi cittadini di Santorso (Franco Balzi), Thiene (Gianni Casarotto), Zugliano (Sandro Maculan), Sarcedo (Luca Cortese), Salcedo (GianAntonio Gasparini), Breganze (Piera Campana), Carrè (Valentina Maculan), San Vito di Leguzzano (Umberto Poscoliero), Marano Vicentino (Marco Guzzonato), Valli del Pasubio (Carlo Bettanin), Lugo di Vicenza (Loris Dalla Costa).

In sostanza, i Comuni dell’Alto Vicentino amministrati da giunte di area progressista, mentre i sindaci di area Lega – Forza Italia, e pure qualche “civico” come il sindaco di Schio Valter Orsi, al momento non si sono espressi. In sostanza, il Comitato dei sindaci del Distretto 2 per la prima volta non si esprime in una laboriosa dichiarazione unitaria e mediata.

Il motivi della scelta di esporsi evidenziando le criticità in un momento particolarmente difficile – nel quale quindi a qualcuno potrebbe sembrare inopportuno – lo spiegano in apertura del loro documento gli stessi sindaci. “In un momento di emergenza sanitaria che riguarda l’intera nazione – scrivono gli 11 primi cittadini – sentiamo la necessità di richiamare ancora una volta l’attenzione sulla specificità di questo territorio, che vive un momento di particolare criticità. L’unità di intenti richiamata come elemento essenziale per affrontare la crisi e l’invito ad assumere atteggiamenti costruttivi non può a nostro giudizio far venir meno la necessità di evidenziare le situazioni irrisolte. Lo facciamo a partire dalla consapevolezza della difficile situazione in cui si trovano quotidianamente a lavorare gli operatori sanitari, sia all’interno dell’ospedale che nel territorio: numerose sono le segnalazioni che ci sono da più parti pervenute, che evidenziano una serie di nodi irrisolti, a cui ora si aggiungono ulteriori elementi di forte e legittima preoccupazione”.

E spiegano: “L’ospedale di Santorso – concepito su una visione sanitaria che riduce al massimo i posti letto all’interno della struttura, con un forte investimento nel territorio tutt’altro che realizzato – si trova dal marzo di quest’anno direttamente coinvolto nella gestione sanitaria della pandemia, con un perimetro di intervento che si allarga a tutta la Pedemontana (formalmente risulta addirittura ancora indicato come ospedale Covid provinciale). La seconda ondata di contagi ha determinato in queste ultime settimane la destinazione di interi reparti (Medicina, Medicina d’Urgenza, Geriatria, Fisioterapia, Chirurgia Generale e la Chirurgia Specialistica) a questa finalità emergenziale, con tutto ciò che questo comporta per la salute dei cittadini dell’alto vicentino”.

Per garantire l’assistenza ai malati Covid si deve tralasciare la cura di tutte le altre patologie – aggiungono – che necessitano di ricovero: chirurgia programmata ed urgente, ortopedia, patologie internistiche non Covid… Così come fortemente limitata è tutta l’attività ambulatoriale. Se questo avviene un po’ ovunque, come si sostiene, lo specifico dell’ospedale di Santorso evidenzia una situazione davvero preoccupante. La destinazione alla gestione del Covid – che alla data odierna registra ben 154 persone ricoverate – registra la presenza di un ambulatorio di pneumologia gestito da due medici Sai (con copertura ore 8/16), quando la struttura di Bassano (che ne ricovera invece solo 25) è dotata di un reparto strutturato, con un Direttore e relativi medici”.

Una situazione che per i primi cittadini presenta anche altre criticità. “Questa condizione deficitaria riguarda anche altre figure, quali ad esempio gli anestesisti, per non parlare della cronica situazione del pronto soccorso, che deve affrontare in prima battuta i bisogni dei pazienti che all’ospedale si rivolgono. L’assistenza sanitaria ai pazienti Covid viene quindi oggi garantita da personale con competenze non specifiche o equipollenti a quelle richieste per questa tipologia di ricoverati (internisti, anestesisti, pneumologi)”.

“Da tempo sollecitiamo – spiegano – una più efficace integrazione delle diverse strutture e una più corretta distribuzione delle risorse di personale, che riguarda anche le figure infermieristiche ed assistenziali. Le mancate assunzioni nel periodo estivo nei reparti di degenza e la successiva destinazione legata alla gestione dei punti-tampone hanno messo ancora più a nudo la carenza del personale da tempo evidenziata. Le assunzioni avviate a metà novembre – evidentemente parziali ed insufficienti – devono essere rapidamente implementate per far fronte all’emergenza e devono essere distribuite all’interno dell’azienda in modo coerente con le priorità assegnate a Santorso. Vanno debitamente considerate le reali capacità operative della struttura e del suo personale, considerando una diversa distribuzione delle persone che necessitano di cura. E’ un passaggio urgente, da affrontare prima che la situazione possa andare fuori controllo: serve per gestire il momento attuale, ma anche per garantire le condizioni per l’attività ordinaria, quando questa emergenza sarà finalmente superata”.

“Nella consapevolezza che l’azione amministrativa dei sindaci può incidere solo in parte su queste situazioni, vogliamo confermare a tutti i cittadini dell’Alto Vicentino il nostro impegno ad affrontarle nelle diverse sedi istituzionali per sollecitare e individuare le necessarie soluzioni. Questa azione concreta vuole inoltre esprimere – al di là di ogni retorica – il nostro concreto sostegno e la nostra vicinanza a chi affronta direttamente ogni giorno le fatiche di questa situazione”.