Giovani medici “allo sbaraglio” in Ulss 7 secondo i sindacati. “Situazione desolante”

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L'ingresso del pronto soccorso all'ospedale di Santorso

Gravissima disorganizzazione e carenza di personale” per quanto riguarda i dipendenti in forza al 118 dell’ospedale di Santorso, e “giovani medici allo sbaraglio” che devono arrabattarsi seguendo le indicazioni degli infermieri con più esperienza. Questa la nuova denuncia a mezzo stampa che proviene da ambienti sindacali e si scaglia contro l’Ulss 7 Pedemontane e il sistema sanitario regionale in generale.

Alla presa di posizione del consigliere comunale a Schio Carlo Cunegato, ripresa più volte nel testo diffuso stamattina dalla capitale, fa seguito quella perentoria del Sindacato Infermieri Italiani. Non solo da parte dei rappresentanti a livello provinciale ma direttamente per bocca portavoce nazionale della categoria professionale che opera in campo sanitario.

Un nuovo attacco deciso, stavolta proveniente da Roma e non da Schio e paesi limitrofi, sferrato alla gestione organizzativa dell’azienda sanitaria e affidato a un comunicato stampa a firma di Antonio De Palma, massimo esponente del Nursind, il sindacato autonomo delle professioni infermieristiche. “Il presidente del Sindacato Infermieri Italiani appoggia in pieno la presa di posizione del consigliere comunale di Schio, Carlo Cunegato, e ha già informato i suoi referenti regionali della delicata situazione chiedendo di fornire nel più breve tempo possibile lumi sulla questione. Leggo di giovani medici senza specializzazione mandati allo sbaraglio e di infermieri costretti a insegnare loro anche come intubare un paziente. La carenza di personale e le lacune organizzative del servizio 118 rappresentano solo la punta di iceberg sommerso e pericoloso, che purtroppo non riguarda solo l’azienda della quale parliamo. Non abbiamo dubbi che anche in tanti altri ospedali italiani si verifichino ogni giorno medesimi episodi di tale tipo. E’ lo specchio desolante di una sanità pubblica allo sbaraglio.

Le informazioni che arrivano in queste ultime ore su episodi di gravissima disorganizzazione e carenza di personale in seno al servizio 118 dell’ospedale di Santorso ci indignano ma amaramente non ci sorprendono, perchè rappresentano lo specchio di una situazione a prova di bomba nella sanità pubblica che certo non coinvolge solo il Veneto. Naturalmente solo quando i nostri coraggiosi infermieri e gli operatori sanitari trovano la forza di denunciare quanto accade, emerge la punta di iceberg sommerso e pericoloso. I nostri referenti regionali ci dicono di infermieri costretti a fare da docenti ai medici, fin qui nulla di male nell’aiutare un giovane collega sul posto di lavoro, ma non quando un infermiere deve anche coprire situazioni che si prestano, almeno potenzialmente, a mettere a rischio la salute dei cittadini.

Ci viene detto di giovani medici con grandi difficoltà nell’approccio e gestione delle emergenze pediatriche, e quando c’è di mezzo la salute di un bambino non si può scherzare. Senza dimenticare poi la presenza di soli 7 medici sui 21 previsti, una carenza che troppo spesso ricade su noi infermieri, costretti ad andare ben ai di là delle nostre competenze, oberando di ulteriori responsabilità il nostro già pesante lavoro quotidiano. Non possiamo che condividere l’assunto del consigliere Cunegato, il 118 e il pronto soccorso sono il cuore pulsante di un ospedale e errori del genere possono risultare fatali e non possono ripetersi. Alla luce di una situazione inaccettabile, come sindacato chiediamo una approfondita indagine e l’immediato intervento della Regione Veneto e del Governo. I ministri Speranza e Sileri – conclude De Palma – oltre alle belle parole, comincino a recarsi di persona presso questi ospedali dove le carenze sono il sintomo evidente di una malattia che se non curata in tempo rischia di diventare un nemico invincibile, quasi come l’indifferenza di chi con la massima nonchalance volta alle spalle ai problemi degli infermieri italiani”.