Campione del mondo (e del brivido) su due ruote: Andrea, endurista con dedica al papà

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Andrea Verona in azione (immagine tratta da una foto di Andrea Belluschi)

Cambia la classe di gara, ma quando la classe che conta è quella del campione il risultato non cambia: Andrea Verona è ancora il n°1 dell’Enduro. Il 20enne di Piovene Rocchette, dopo aver primeggiato nella categoria Youth 125, stavolta si è accaparrato il titolo di campione del mondo nella Enduro Junior 1, sbaragliando la concorrenza. Per il pilota del motoclub La Marca Trevigiana nato a Thiene nell’aprile del 1999 si tratta di un “bis” che lo pone tra i “big” della disciplina: non solo in Italia che rappresenta indossando la divisa azzurra ma a livello internazionale. Chi fa sport di alto livello sa quanti sacrifici comporti conquistare un trono assoluto e quanto più difficile sia replicarlo, in attesa del grande balzo dai campionati giovanili per atterrare al fianco dei mostri sacri dell’Enduro. Per il n°99 italiano e vicentino in sella alla TM non resta che fare cento, dopo il doppio centro!

Ne sono passati di anni e di sgasate dalle prime volte che Andrea, accompagnato da papà Simone, grande appassionati di motori, cavalcava le prime selle su terreni sterrati per poi cimentarsi da bambino nel minicross, fino ad approdare al minienduro. Anni che scorrono, ricordi indelebili che rimangono agganciati alle emozioni, come quelle che il giovane di Piovene ha vissuto alcuni giorni fa in Francia dove si è assicurato la Coppa del Mondo 2018, ribadendo il successo ottenuto dopo la tappa portoghese un anno fa tra i “baby”. Per chi vuole assaporare, seppur davanti al monitor, i brividi dell’enduro ecco un video realizzato proprio dal giovane piovenese durante un test su un percorso in Liguria.

Per lui, nel giro degli “eletti” del progetto Talenti Azzurri Fmi (Federazione Motociclistica Italiana), i podi in terra transalpina sono valsi in anticipo la corona iridata EJ1, al (quasi) termine di una stagione sensazionale in ambito sportivo che si concluderà in Germania a Rüdersdorf, interrotta dal triste momento del prematuro addio proprio a papà Simone Verona. A lui, tifoso e promotore di una passione che ha contagiato entrambi i figli maschi (corre anche Michele) e figura di riferimento insostituibile come padre, tifoso a bordopista e consigliere, la dedica più speciale dopo il trionfo.

Ad Andrea, per il coraggio e la bravura dimostrati ormai su scala planetaria, gli elogi dell’Italia motociclistica intera oltre che dei concittadini, orgogliosi di annoverare un campione come vicino di casa.