Caso tamponi anti-Covid: in Appello aumenta la squalifica del patron della Lazio Claudio Lotito

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Nuovo sviluppo della vicenda tamponi anti-Covid nel calcio italiano: la Corte d’Appello Federale ha inasprito la sanzione nei confronti del presidente della Lazio Claudio Lotito. In sostanza, il giudice Mario Luigi Torsello ha accolto le richieste della Procura Federale. Quindi, rispetto alla sentenza di primo grado, si passa da 7 a  12 mesi di inibizione per il patron biancoceleste. A questo punto, se il Collegio di Garanzia del Coni dovesse confermare la pena, Lotito verrebbe tagliato fuori dal governo del calcio a causa della somma di condanne.

La somma. Nel 2012 il numero uno laziale fu condannato, infatti, a 2 mesi di inibizione per la vicenda cosiddetta “agentopoli”. In tal modo vengono superati abbondantemente i 12 mesi più un giorno di squalifica in dieci anni; un fatto che da regolamento determina la decadenza da tutti gli incarichi federali. Ricordiamo che l’articolo 29 dello Statuto della Federcalcio, non considera eleggibili coloro che riportano più di un anno di inibizione dalla giustizia sportiva.

La regola federale. Nello specifico, l’articolo 29 della Federcalcio recita: “Sono eleggibili solo coloro che non siano stati colpiti negli ultimi dieci anni, salva riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi per inibizione o squalifica complessivamente superiore ad un anno, da parte della Federazione nazionale, dal Coni, dalle Discipline associate e dagli Enti di promozione sportiva o da organismi sportivi internazionali riconosciuti”.

Confermata invece la condanna a 12 mesi di qualifica per i medici sociali della Lazio Ivo Pulcini e Fabio Rodia. Mentre cambia la multa comminata al club che sale da 150 mila a 200 mila euro. Lapidario il commento dell’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile che aveva presentato ricorso chiedendo l’assoluzione per Lotito e i medici: “Siamo sorpresi, aspettiamo di leggere le motivazioni però se la Corte ha deciso così ci spiegherà, e se non saremo d’accordo procederemo davanti al giudice superiore”. La palla come detto ora passa alla “Cassazione” del Coni che metterà la parola fine su questa brutta storia.