“La Val di Tovo è salva”. Stop del governo al progetto della centralina

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Il rio Tovo

“La Val di Tovo è salva”. Esultano i valligiani della stretta valletta che risale il rio Tovo, ad Arsiero: lo scorso 22 dicembre il consiglio dei ministri ha emesso una delibera che li riguarda, e che riporta che “non sussistono le condizioni per consentire la prosecuzione per la realizzazione dell’impianto”, i residenti della valle ora sono certi che lo stop al progetto sia definitivo. “E’ finita – scrivono le 50 famiglie della valle che in questi anni hanno animato la protesta contro la centrale – torniamo ad occuparci delle nostre case, del nostro territorio aspro, che ci vede costretti a raggiungere i nostri poderi, e talvolta, anche le nostre abitazioni dopo un faticoso percorso a piedi; a far legna su pendii impervi e a trascinarla a valle con sistemi tramandati dai nostri avi, per poterci riscaldare; a combattere contro il freddo, la neve; a percorrere distanze considerevoli su strade tortuose per raggiungere i servizi primari. Ma è un territorio intatto e preservato nella sua aspra, incontaminata bellezza. ”

Il riferimento va ad un piano da circa un milione di euro per la realizzazione di una micro-centrale idroelettrica in località Facci, che aveva preso corpo nel 2015. Il progetto era stato messo nero su bianco dalla Impianti Astico srl, società partecipata al 100 per cento da oltre venti Comuni del Vicentino tra cui Thiene (socio di maggioranza), Arsiero e Velo d’Astico. Subito si era creato un comitato di cittadini contrari all’impianto. Il rio Tovo è un piccolo corso d’acqua di portata modesta, ridotta anche dalla derivazione fatta alcuni anni fa per alimentare l’acquedotto di Arsiero. Il progetto prevedeva di prelevare l’acqua con un tubo interrato a 601 metri sul livello del mare, per restituirla 160 metri più a valle, a quota 441, poco dopo una centralina da costruire in località Castana. 55 cittadini dell’area (Comitato Salviamo il Tovo), difesi dall’avvocato padovano Maria Pia Rizzo, sono riusciti dal febbraio 2016 in poi a rallentare il progetto, costringendo la Conferenza dei servizi della Regione a congelare un’approvazione che sembrava ormai scontata.

Esultano i membri del comitato, dopo il pronunciamento del governo: “C’è una consapevolezza nuova: che avevamo, che abbiamo ragione noi, e che non ci saremmo fermati davanti a una pronuncia di segno contrario. Avremmo continuato, e continueremo, a difendere il nostro territorio contro la devastazione e contro l’arroganza di chi specula sul bene comune, l’acqua, la terra, l’ambiente, il paesaggio”.