Giallo della morte in Marocco di Eva Valerio: ipotesi annegamento ma si attende l’autopsia

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Foto tratta da elaph.com

C’è un via vai di parenti ed amici, sommesso ma continuo, nella casa della famiglia Valerio in via Moraro a Montecchio Precalcino. Attorno al papà Luigi, imbianchino, e alla sorella Stella di 21 anni, si è stretta subito una rete di legittimo riserbo. La tragedia della scomparsa di Eva Valerio, la ragazza trentenne trovata morta domenica mattina in una spiaggia del sud del Marocco, dopo 24 ore nelle quali si son perse le sue tracce, è di quelle che lasciano attoniti e i giornalisti vengono tenuti lontani, nessuno dei familiari se la sente di parlare.

Il papà, distrutto, è in attesa che il Ministero degli Esteri gli procuri il passaporto e poi partirà per il viaggio più difficile della sua vita: quello che gli farà riportare a casa in una bara la sua figlia maggiore. Con lui, forse, anche la mamma di Eva, Nadia Cazzola, che da una decina di anni vive a Villaverla. La Farnesina sta fornendo in queste ore ai familiari tutto il supporto necessario per facilitare il viaggio nella città marocchina di Daklha.

Qualche vicino si intrattiene in strada con i giornalisti, dopo aver portato le condoglianze alla famiglia. “Era la nostra bimba, vi chiediamo di lasciarci in pace, non ce la sentiamo di dire nulla” spiega ai giornalisti sull’uscio di casa una zia.

Chi la conosceva descrive Eva come una ragazza che cercava il suo posto nel mondo, la sua serenità. Una ragazza molto intelligente e gentile. Dopo la scuola secondaria di secondo grado all’istituto tecnico commerciale “Piovene” di Vicenza, si era iscritta a psicologia all’Università di Padova, facendosi ospitare da una zia, ma alla fine del primo anno aveva lasciato per frequentare un corso da stilista e trasferirsi a Vicenza, che era sempre stato il luogo di riferimento per le sue amicizie. Per questo Vicenza era la sua città di elezione e qui la conoscevano davvero in tantissimi, anche perché per alcuni anni aveva lavorato al Sartea, locale noto a Vicenza per la musica dal vivo, ora trasformato in pizzeria. Eva aveva poi svolto lavori diversi, fino all’ultimo, l’estate scorsa, in un rifugio sulle montagne francesi. In autunno la partenza per il Marocco per questo viaggio di due mesi con un amico marocchino che è stato a lungo interrogato dalla polizia marocchina.

Secondo quanto ha riferito il padre ai conoscenti, Eva sarebbe dovuta ritornare in Italia sabato prossimo 11 gennaio, a conclusione del viaggio in caravan insieme alla scoperta di un paese che già conosceva bene: c’era già stata l’altro anno, per motivi di lavoro. Sabato sarebbe rientrata direttamente a Montecchio Precalcino: aveva infatti già liberato l’appartamento di Vicenza che era il suo punto d’appoggio in città.

Ieri, il padre e la sorella avevano prima ricevuto la visita dei carabinieri che avevano annunciato la scomparsa: il tempo di andare dalla madre ad avvertirla e al ritorno a casa Luigi Valerio ha trovato sull’uscio i militari che erano tornati in via Moraro per dargli la notizia peggiore: quella del ritrovamento del corpo senza vita della figlia.

“Ho già fatto pervenire ai familiari di Eva tutta la vicinanza mia e della nostra comunità – spiega il sindaco di Montecchio Precalcino, Fabrizio Parisotto -. Non la conoscevo di persona ma conosco la sua mamma e questa è una tragedia davvero grande per i genitori e la sorella in particolare. Entro sera andrò a trovarli”.

Le indagini

Intanto proseguono le indagini della gendarmeria marocchina per far luce sulla morte della sfortunata ragazza. L’ipotesi più battuta è quella dell’annegamento, ma non si escludono altre piste. Nel frattempo, anche analizzando i media locali, si ricostruiscono le ultime ore di vita della 30enne vicentina. Eva era giunta nella laguna di Dakhla con un camper e con l’amico marocchino. Si tratta della zona sud del Marocco: villaggi di pescatori con alle spalle il deserto del Sahara, un’area ancora poco battuta dal turismo di massa ma frequentata da surfisti e kitesurfisti. Il ragazzo che era con lei, e che sabato mattina ne ha denunciato la scomparsa, ha raccontato di aver avuto con la giovane una discussione venerdì pomeriggio, dopo la quale la ragazza sarebbe andata a fare una passeggiata, pare con il cane, senza fare più ritorno.

Scattate le indagini, sarebbero state diffusi anche dei volantini per facilitare le ricerche. L’ultima volta Eva, dicono alcune testate marocchine, sarebbe stata vista sabato a Lasarka, villaggio di pescatori nei pressi di Bouthala Beach, sabato, intenta a fare delle foto. I suoi documenti sono rimasti depositati proprio qui. Il ritrovamento del cadavere sulla battigia, da parte di alcuni abitanti del posto, sarebbe avvenuto domenica mattina: Eva era vestita in jeans e maglietta nera e calzava le scarpe da ginnastica nere ai piedi (come si evince dalle foto del corpo che girano su alcuni siti arabi ma che abbiamo scelto di non mostrare per rispetto della famiglia). Sul corpo non sarebbero stati presenti segni di violenza ma solo l’autopsia che sarà effettuata all’ospedale di Agadir nei prossimi giorni potrà chiarire con certezza le cause della morte.

Tanti infatti i dubbi da chiarire, tenuto conto anche del fatto che il governo marocchino probabilmente teme un ulteriore danno di immagine da una eventuale morte violenta di una turista straniera, dopo la decapitazione nei mesi scorsi di due giovani scandinave nelle montagne del paese. Come mai i documenti di Eva sarebbero stati trovati altrove? Perché la coppia aveva litigato? Come è possibile annegare in una laguna? A quando risale la morte di Eva? Cosa le è accaduto dal momento in cui si è allontanata? Un giallo sul quale si spera l’autopsia possa iniziare a far luce.

Le risposte a queste domande sono dovute in primis ai suoi cari: “Mi auguro che Eva sia annegata e che non abbia sofferto” sono le parole dette da papà Luigi a chi è andato ad esprimergli il proprio cordoglio.