E’ ufficiale: niente “Sagra dei bigoli co’ l’arna”. Dopo 45 anni salta l’appuntamento

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A rallegrarsi, probabilmente, saranno solo le celebri “arne” (anatre). Mentre si diffondono rammarico e un velo di tristezza tra i cittadini di Zanè e tra gli avventori della festa paesana contraddistinta dalla pietanza tipica dei “Bigoli co’ l’arna“. Ormai non c’è più speranza: la sagra non si farà. Dopo 45 anni ininterrotti di festa il 2018 sarà ricordato come l’anno del piatto che piange, così come le decine di volontari che di edizione in edizione si sono alternati chi ai fornelli, chi ai vassoi e alle casse. La Pro Loco locale, con il direttivo in scadenza di mandato, non si è rinnovata nei vertici: nessuno se la sente di assumersi l’incarico e pertanto il primo week end di ottobre sarà “in bianco”. A confermarlo il sindaco Roberto Berti, a spiegare antefatti e tentativi di “salvataggio” da parte dell’amministrazione l’assessore con delega alle associazioni Silvia Carollo, che aveva lanciato un appello meno di un mese fa proprio agli zanediensi.

In comune garantiscono di aver battuto ogni strada possibile per salvaguardare una sagra storica per il paese e affollata (oltre che affamata) di gente, che ogni anno attirava migliaia di persone – anche grazie alla corrispondenza con la Marcia Verdiana, che si terrà regolarmente -, ma ormai i tempi risultano impietosi e lo stallo è rimasto tale. “Le abbiamo provate tutte – questo il primo commento dell’assessore Carollo – ci tanto tenevamo noi quanto quasi tutta la cittadinanza. Questo evento è sempre stato un nostro fiore all’occhiello per Zanè, un motivo e un simbolo per cui il nostro piccolo paese è conosciuto nel Veneto. Come amministrazione abbiamo raccolto l’appello diretto prima di tutto dei volontari, tenendo conto che l’evento è stato inventato e gestito dalla Pro Loco, cercando di salvaguardare un interesse collettivo”.

Per un ente pubblico, ancorchè locale, la macchina organizzativa però è risultata insostenibile, soprattutto per le tempistiche ridottissime con appena due mesi a disposizione. Questioni legate a gare d’appalto pubbliche e procedure di tutela del piatto gastronomico, una portata genuina di cui si vogliono salvaguardare prima di tutto la provenienza e la tipicità degli ingredienti. Per gestire il tutto, in soldoni, serviva un’associazione ad iniziativa privata come la Pro Loco, che fin da gli albori aveva gestito la festa negli anni ’70, di fatto “decapitata” del direttivo guidato fino a poche settimane fa dall’ex presidente Gianguido Pellegrini. Un gruppo di volontariato attivo che, in verità, già nelle ultime due/tre edizioni aveva già ampiamente manifestato la volontà di un ricambio.

“Anche per il 2018 la sagra era stata calendarizzata – continua la componente della giunta, che si occupa anche di istruzione, gemellaggi e pari opportunità – ma è sopraggiunto il termine del mandato lo scorso aprile e nessuno si è candidato per sostituire i soci. Grazie alla buona volontà dimostrata si è concordata una proroga dell’incarico fino al 30 giugno, al fine di mantenere un altro appuntamento importante come la festa dell’anziano. Di fatto poi si è creato una sorta di limbo che permane tutt’ora. Da parte nostra c’era il dovere morale, vista la situazione di emergenza, di provare a fare qualcosa in extremis”.

La Pro Loco rimane dunque in stand by, con un destino che impone l’elezione di nuovi vertici oppure quello che si configurerebbe come un impietoso scioglimento. La Sagra dei bigoli co’ l’arna pure, quantomeno con l’assicurazione che, con più tempo e spazio di manovra a disposizione, l’appuntamento tornerà puntuale nell’autunno del 2019. “Il supporto e il sostegno da parte dell’amministrazione – assicura Silvia Carollo – così come in passato, non mancherà, sia dal punto di vista economico che burocratico. Rimangono allo stesso modo l’onore e il merito ai componenti della Pro Loco che per tanti anni si sono sobbarcati l’onere dell’organizzazione. Il volontariato a Zanè è vivo, e con scadenze  meno impietose potrebbero inserirsi nuove associazioni già ben disposte al dialogo e a sedersi ad un tavolo se la situazione in seno alla stessa Pro Loco non si sbloccasse. Oppure un comitato creato ad hoc che si occupi esclusivamente della festa: queste sono le strade percorribili”.

Per quest’anno, insomma, si tira cinghia dal punto di vista culinario, in attesa di consegnare onori e oneri di un’eredità preziosa nelle mani di chi vorrà ricucire lo strappo con la tradizione antica e succulenta della sagra. “Il rammarico rimane – conclude la portavoce del comune – ma per quest’anno non c’era ormai più margine per risolvere l’emergenza: per il futuro se non sarà la Pro Loco qualcun altro si farà sicuramente avanti, vogliamo pensare che si tratti di un incidente di percorso e non di un epilogo”.