Lavoro nero nel ristorante etnico: chiusura temporanea e 15 mila euro di multa

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Hanno “sanato” in tempo record tutte le posizioni irregolari dei propri lavoratori, al fine di poter ottenere il via libera alla riapertura, ma hanno dovuto comunque sborsare subito i 15 mila euro di sanzione i gestori di un ristorante cinese di Zanè. Si tratta di Zein, sushi restaurant stile “All You Can Eat” che propone cucina giapponese e cinese e sito in via Manzoni, sulla provinciale 349.

Qui, una decina di giorni fa, avevano “prenotato il tavolo” i finanzieri vicentini della caserma GdF di Schio, andando a verificare le posizioni di 12 collaboratori presenti all’interno. Quasi metà di loro – 5 per la precisione -, non disponevano di alcun contratto di lavoro, risultando quindi irregolari. Tra loro, tutti di nazionalità straniera, un clandestino sul quale pendeva un precedente decreto di espulsione dall’Italia.

Quello andato a segno a Zanè è un nuovo blitz delle Fiamme Gialle mirato a contrastare le varie forme di lavoro sommerso divenute normali prassi negli ultimi anni, in particolare in attività di ristorazione ad alto afflusso di clientela. Collegate a questo obiettivo condiviso con l’Ispettorato del Lavoro di Vicenza, pure la volontà di stanare forme di sfruttamento del lavoro e la presenza di immigrati clandestini spesso impiegati come aiuto cuochi, lavapiatti e camerieri ai tavolo.

“Nel dettagli, è stato rilevato come i citati lavoratori – si legge nella nota informativa diffusa oggi dal comando provinciale della Guardia di Finanza – venissero impiegati come camerieri cuochi o lavapiatti: di questi tre erano sprovvisti di qualsivoglia documentazione ai fini della normativa giuslavoristica, mentre per due soggetti non era stata effettuata la proroga del contratto di lavoro preesistente. Pertanto, nei confronti dell’esercizio commerciale è stato disposto, attesa la presenza di lavoratori in nero in misura superiore al 10% della totalità di quelli presenti, il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale e l’irrogazione delle previste sanzioni quantificabili in 15 mila euro”.

Ispezione portata a termine dal nucleo Pef della Compagnia di Schio

Ad aggravare la situazione il fatto che durante il controllo è stato appurato l’impiego di un lavoratore di origini asiatiche che non disponeva di alcun permesso di soggiorno. Dopo opportune verifiche sulla sua identità, è emerso come l’uomo fosse già destinatario di un decreto di espulsione del Prefetto di Biella nonché di un ordine di allontanamento da parte del Questore di Torino. Il legale rappresentante dell’esercizio pubblico quindi è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza, a sua volta anche il lavoratore per inosservanza dell’ordine di allontanamento emesso dal Questore.

Al fine di evitare la sospensione della licenza di apertura – fissata in 15 giorni – e ottenere il permesso riaprire i battenti nell’arco di 24/48 ore i gestori del locali hanno provveduto in tempi rapidi a risolvere le posizioni contrattuali non ancora in regola, oltre a corrispondere il dovuto di 15 mila euro quale sanzione amministrativa irrogata. Solo pochi giorni prima un 35enne con ruolo di gestione della stessa attività alimentare era stato protagonista di una aggressione a martellate nei confronti di un fornitore di nazionalità senegalese, dopo un alterco, finendo sulle pagine di cronaca dell’Altovicentino.