#Noisuoniamodacasa. La banda di Centrale s’inventa un videocollage per l’Inno dei Santi

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Corpo Bandistico di Centrale: reunion virtuale riuscita per suonare l'inno di buon auspicio

Da vedere, da ascoltare e da applaudire. Hanno trovato il modo di tenere viva la tradizione anche in tempi di emergenza sanitaria i componenti del Corpo Bandistico di Centrale, che domenica 15 marzo, terza di Quaresima, avrebbero dovuto suonare l’Inno dei Santi come ogni anno, ripercorrendo i tempi indietro fino a una storia targata 1891 ma d’attualità oggi come non mai. A quei tempi il morbo che afflisse la comunità di Zugliano fu il morbillo, e uccise 11  persone, oggi il male subdolo da sconfiggere in ogni modo è il covid-19 che di fatto ha interrotto una tradizione molto sentita. Niente sagra, niente celebrazioni solenni di preghiera nè concerti all’aperto, ma per il “Sanctòrum méritis” (questo il titolo in latino) si è trovata la soluzione: un videocollage montato con perizia dove ogni singolo strumento si trasforma in un coro di musica e sorrisi.

Ora il video è disponibile sul canale youtube e sta girando già da ieri sugli smartphone e sui personale computer di chi, con malinconia, si era già arreso a rinunciare all’annuale appuntamento con la tradizione. #Noisuoniamodacasa l’originale hashtag scelto per accompagnare l’idea. “I suonatori del Corpo Bandistico di Centrale, impossibilitati a suonare in piazza l’Inno dei Santi per le prescrizioni volte a contrastare la diffusione del coronavirus,  non si sono persi d’animo e – sfruttando le attuali possibilità tecnologiche – hanno suonato ciascuno restando a casa propria, per poi assemblare il tutto in un video. Un omaggio ai Santi protettori ma anche un invito a restare uniti nella speranza e  che sia di buon auspicio nei confronti di chi soffre l’attuale situazione”.

LA STORIA. Sul finire del XIX secolo (era l’anno 1891) un’epidemia di morbillo portò sgomento nella piccola comunità di Centrale, a un paio di chilometri da Thiene. Ai tempi non era una malattia che colpiva solo i bambini, ma anzi tra le vittime si registrarono adolescenti e 50enni: in due mesi i registri dell’epoca contarono 11 morti e circa 40 persone malate gravemente. La popolazione locale allora, in linea con i tempi, si unì in preghiera e accese un voto iniziando la “novena in onore dei Santi”, venerati nel grande reliquario presente nella Chiesa di Centrale (più di 900 le reliquie ivi raccolte). La fede popolare vide in quella preghiera e nel voto con il quale ci si prometteva di costruire un altare dedicato ad accogliere il reliquiario, il segno dell’intervento divino. A margine di questo emblematico scorcio storico, la constatazione che gli ammalati guarirono e le morti cessarono secondo il racconto tramandato dalle generazioni e giunto fin qui.

Uno dei concerti del Corpo Bandistico in occasione della Festa dei Santi a Centrale negli anni scorsi