Campagna Festari, la replica del Comitato “smonta” il progetto Fenice: “Pretendiamo trasparenza”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Non si esaurisce e, anzi, vive di una nuova puntata l’accesa triangolazione tra cittadini, amministrazione e vertici aziendali. Succede a Valdagno dove, nel contesto della proposta di Fenice Spa per la realizzazione di un impianto industriale nella campagna Festari, il Comitato promotore della petizione “Per una campagna Festari bella, sana, vivibile e della comunità” ha diffuso una risposta articolata e puntuale, contestando le dichiarazioni rilasciate dall’azienda e da ambienti industriali nello scorso fine settimana. Ad oggi, la petizione ha superato le 1200 sottoscrizioni, segno di una mobilitazione civica significativa.

Un Comitato – i soggetti firmatari sono Fabio Cappelletto per Valle Agno Attiva Giovane Verde, Valentina Dall’Ara per Legambiente Valle Agno, Valentina Gonzo e Vittorio Zampinetti per Collettivo Karburo, Laura Cailotto ed Ester Peruffo per PD Valdagno, Michele Vencato per #valdagnochevorrei – pronto a vagliare parola per parola rispetto ad una vicenda ritenuta troppo importante per il territorio per essere relegata ad analisi superficiali. Ed un primo chiarimento arriva innanzitutto sul termine “conceria in miniatura” che non sarebbe stato coniato dai promotori, ma comparirebbe nella relazione tecnica allegata al progetto depositato da Fenice Spa. Tale definizione, secondo il Comitato, sarebbe indicativa della natura produttiva dell’impianto, che non si limita a funzioni logistiche ma prevede attività di trattamento chimico. Viene inoltre contestata la descrizione dell’intervento come “magazzino” o “logistica intelligente”: “Il progetto – ribattono i promotori della petizione – prevede infatti la realizzazione di un capannone industriale destinato allo stoccaggio e alla movimentazione di sostanze chimiche, con impianti e infrastrutture che implicano rischi ambientali e sanitari, soprattutto in considerazione della vicinanza con aree residenziali e scolastiche”.

Viene inoltre puntualizzato che la critica non è rivolta alla chimica come disciplina o settore produttivo, ma alla localizzazione dell’impianto. La scelta di edificare su suolo verde, in prossimità di abitazioni e servizi pubblici, è ritenuta incompatibile con i principi di pianificazione sostenibile e tutela della salute pubblica.
Un punto centrale, poi, riguarda la riduzione dell’area destinata a parco pubblico. Il Piano Urbanistico Comunale approvato ad aprile di quest’anno prevedeva la realizzazione del “Parco Sud” su una superficie di circa 26mila metri quadri, adiacente al quartiere residenziale. Il progetto Fenice, invece, ridurrebbe tale area a soli 16mila e la collocherebbe tra capannoni industriali, compromettendone la funzione di spazio verde fruibile e di barriera ecologica. La fascia di rispetto tra le abitazioni e l’area produttiva, attualmente prevista dal piano urbanistico, verrebbe eliminata: questo comporterebbe una riduzione della distanza di sicurezza tra insediamenti residenziali e impianti industriali, con potenziali implicazioni sul piano della sicurezza e della qualità dell’aria.

Forti perplessità infine vengono espresse in ordine alla proposta di collocare servizi sociali, come un asilo nido, in prossimità dell’impianto. Una scelta ritenuta inadeguata dal punto di vista urbanistico e sanitario, in quanto esporrebbe fasce vulnerabili della popolazione a potenziali rischi derivanti dalla vicinanza con attività industriali.
In conclusione, il Comitato chiede che il progetto venga reso pubblico in ogni sua parte e che si valuti l’alternativa del recupero di capannoni dismessi, evitando ulteriore consumo di suolo. L’appello è rivolto all’amministrazione comunale affinché garantisca trasparenza, partecipazione e coerenza con gli strumenti urbanistici approvati. Insomma tutte le premesse per un autunno “caldo”: con le parti ancora ferme sulle proprie posizioni.

Festari, Fenice risponde: “Basta con le caricature, il nostro è un progetto sostenibile”