Mercoledì l’addio a Mattia, il 13enne annegato dopo un tuffo nell’Agno

Nel riquadro un'immagine di Mattia quando, da più piccolo, incitava i compagni di squadra. Sullo sfondo il tratto di torrente Agno

E’ stato un triste week end quello trascorso dagli abitanti della Vallata dell’Agno, dove non c’è famiglia vicentina che non sia rimasta sconvolta di fronte alla disgrazia di venerdì e non abbia rivolto un pensiero a Mattia Storti, il ragazzo di 13 anni che ha perso la vita tra le acque del torrente che attraversa il Nord-Ovest della provincia. Un tuffo trasformatosi in pochi attimi in una trappola mortale per lo studente di seconda media, nato nel 2007, cresciuto e residente a Cornedo Vicentino.

Il funerale si terrà probabilmente nella giornata mercoledì, l’orario indicativo è alle 15.30. Il luogo preposto alla cerimonia sarà la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, nel cuore del paese dove il giovane calciatore aveva mosso i primi passi, sostenuto dai genitori e da chi ne conosceva le potenzialità e le aspirazioni, bruscamente interrotte quattro giorni or sono.

Mattia sarà accompagnato in cielo con la preghiera, il conforto e la presenza silenziosa di tutti, mentre solo una parte di coloro che lo serberanno nel cuore potranno partecipare alle esequie. La conferma definitiva del giorno assegnato al difficile addio terreno arriverà dopo il nulla osta alla famiglia dalla Procura di Vicenza, che non ha comunque ritenuto necessaria l’autopsia sulla salma del ragazzo vicentino.

Il drammatico incidente accaduto venerdì 5 giugno, intorno alle 17 sul confine tra Brogliano e Cereda di Cornedo, non ha ancora una spiegazione certa. Rimane da capire se il decesso sia sopraggiunto per annegamento, nel caso il ragazzo sia stato travolto dalla forza della corrente alimentata dalle piogge dei giorni scorsi, o come conseguenza di un possibile trauma: potrebbe infatti aver sbattuto la testa su un sasso o sul cemento, circostanza questa da verificare e che non muta la terribile sostanza, vale a dire la perdita di una giovane vita non ancora del tutto sbocciata. Incaricati del delicato compito i medici del San Bortolo di Vicenza.

In questi giorni di lutto che uniscono due vallate, quella dell’Agno e quella del Chiampo – Mattia infatti giocava a calcio da due stagioni nelle giovanili dell’Arzignano Valchiampo, ma i primi calci li avevi mossi nel Futsal Cornedo -, il pensiero va ai genitori e ai familiari del 13enne. Anche per i compagni di scuola, di squadra e gli amici in genere di Mattia, non sarà facile accettare quanto successo e rassegnarsi alla sua assenza. Il primo passo sarà, forse, conservare i ricordi più genuini e preziosi condivisi con il giovanissimo calciatore, già considerato un trascinatore per tutti come si evince dalle parole di allenatori e dirigenti sportivi, complice il suo carattere effervescente.

Mattia Storti frequentava la scuola media “Crosara” di Cornedo, dopo l’estate avrebbe dovuto iniziare il terzo e ultimo anno. Lui, come i compagni di classe, che solo di recente aveva ritrovato dopo gli oltre due mesi di lontananza forzata, aveva concluso gli ultimi giorni di lezioni in videoconferenza: volevano godersi questo clima di normalità ritrovata, divertirsi, riappropriarsi della loro età spensierata. Purtroppo, tutto questo è stato spezzato improvvisamente, tra le risate e un tuffo come probabilmente altri fatti in precedenza, e le grida di paura successive. Alcuni erano con lui quel maledetto venerdì, e sono stati proprio loro, disperati per quanto stava succedendo tra i flutti dell’Agno, a implorare aiuto dall’argine e dalla pista ciclabile vicina.

Mattia lascia i genitori Alessandra e Andrea e una sorella. A loro va l’abbraccio commosso della comunità di Cornedo Vicentino, senza fiato all’indomani della disgrazia, che non li lascerà soli.