Levata di scudi contro lo stop all’ortopedia d’emergenza nei week end al San Lorenzo

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Non piace ai Comuni della vallata dell’Agno la decisione presa dall’Ulss 8 Berica di spostare (definitivamente) i servizi offerti dal pronto soccorso ortopedico dal polo medico del San Lorenzo di Valdagno circa 20 chilometri più a sud, verso il polo ospedaliero “Cazzavillan” di Arzignano. La scelta dei quartieri alti della sanità veneta riguarda i soli fine settimana sul piano operativo, ma su questo le amministrazioni degli enti locali territoriali il 1 settembre scorso hanno concordato una linea di “disapprovazione” – si tratta di un eufemismo – sullo spostamento prima garantito almeno in regime di alternanza. Problemi di reperimento del personale medico starebbero alla base della contestata determinazione dei vertici di Ulss 8.

Tra meno di una settimana, vale a dire da lunedì 11 settembre, si darà via allo status quo mutato, salvo che le lamentele espresse in questi giorni da sindaci e assessori – ma anche da normali cittadini – facciano breccia negli organi direttivi. Valdagno, Recoaro, Cornedo, Trissino, Brogliano e Castelgomberto hanno fatto “squadra” sul tema, contestando sia il metodo che il contenuto della nuova programmazione.

I sindaci dei 6 Comuni sopracitati hanno messo nero su bianco le loro proposizioni. “Una decisione calata dall’alto – si legge – , senza coinvolgimento preventivo, che non ci piace nel metodo e soprattutto nel contenuto. Siamo fermamente contrari alla scelta dell’Ulss Berica di chiudere il pronto soccorso ortopedico del sabato e della domenica a Valdagno. Abbiamo già fatto sentire la nostra voce e continueremo a farlo di fronte all’ennesimo tentativo di ridurre i servizi nel territorio dell’Ovest Vicentino”. Va ricordato per definire un quadro più completo che ad oggi le urgenze del weekend sono coperte con un’alternanza settimanale tra i poli di Valdagno e Arzignano. Nei giorni scorsi, però, non appena messi al corrente del cambiamento, Giancarlo Acerbi (Valdagno), Armando Cunegato (Recoaro Terme), Francesco Lanaro (Cornedo Vicentino), Dario Tovo (Brogliano), Davide Dorantani (Castelgomberto) e Davide Faccio (Trissino) si sono subito mobilitati con l’Ulss esprimendo la loro contrarietà, ribadita anche in una apposita riunione tenutasi a Cornedo.

“Ci muoviamo anche con il nostro Comitato dei Sindaci dell’Ulss perché ancora una volta si vogliono togliere servizi ai cittadini e al territorio dell’Ovest Vicentino – spiegano -. Non solo ci opponiamo a questa decisione che penalizzerebbe fortemente le comunità della valle dell’Agno, nel contempo chiediamo con forza il ripristino della guardia ortopedica di sabato e domenica sia a Valdagno che ad Arzignano, in linea con quanto ripete sempre il presidente della nostra Regione Luca Zaia nell’affermare la volontà di portare i servizi ai cittadini e non il contrario. “Chiudere il servizio per le urgenze ortopediche nel fine settimana comporterebbe un grave disagio. Se il problema nasce dalla carenza di personale, spetta all’Ulss trovare una soluzione per colmare i vuoti. E la soluzione non può essere quella di chiudere i reparti.

Nulla cambia invece negli altri ospedali di pertinenza dell’Ulss 8 Berica. “Nel frattempo, i disagi vanno ripartiti e non scaricati solo sui cittadini dell’Ovest. Siamo un’unica Ulss e se è vero che non ci sono cittadini di serie A e di serie B allora chiediamo che anche l’ospedale San Bortolo venga coinvolto con le sue risorse di personale nel sostenere la rete dei servizi degli ospedali limitrofi. L’Ulss è chiamata a fare proprio questo: garantire equità e parità di trattamento a tutti gli utenti del territorio. Non dovremmo essere noi sindaci a battere i pugni per difendere le nostre comunità, come invece accade oggi ed è accaduto anche negli scorsi anni”.

L’ospedale di Arzignano

L’accento sul mancato confronto con le istituzioni amministrative del territorio è posto con evidenza nel comunicato congiunto. “Quello che chiediamo è rispetto per i cittadini di fronte a una decisione presa all’insaputa dei sindaci oppure comunicata a cose fatte. Sappiamo bene che togliere il servizio di guardia del fine settimana da una parte o dall’altra vuol dire svuotare lentamente di significato il reparto, renderlo meno attrattivo per le nuove assunzioni, far scendere i numeri e spianare così la strada verso la soppressione. È una storia che abbiamo già visto e contro cui ci siamo già battuti in passato. Così faremo anche questa volta. Abbiamo già ricevuto numerose segnalazioni e stanno girando tra i cittadini moltissimi messaggi densi di preoccupazione e sono in grande allarme anche le associazioni di categoria e non”.

I servizi sociosanitari dell’Ovest Vicentino, vanno sostenuti e garantiti in ognuno dei territori dell’Ulss, non solo coi macchinari, magari finanziati col PNRR, ma anche e soprattutto, in questo momento storico, col personale, e in un’ottica di un’unica azienda, Ospedale di Vicenza compreso – concludono -. Le nostre comunità stiano sicure che continueremo a batterci, al fine di poter garantire loro gli stessi servizi di tutti gli altri cittadini dell’Ulss”.