Il recupero sul Vaio Scuro diventa un ‘caso’: “Messi a rischio i soccorritori”

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Sarà probabilmente un tavolo allargato in Prefettura a Vicenza a tentare di chiarire e superare quanto accaduto lo scorso 2 giugno sulla via Ferrata Vaio Scuro, in comune di Recoaro Terme, dove una coppia di alpinisti è rimasta bloccata da un violento temporale che ha investito la zona tra l’ora di pranzo e il primissimo pomeriggio. Al centro dei fatti, il tema del coordinamento dei soccorsi.

Un chiarimento richiesto per scritto – con una lettera che contiene puntualmente quanto accaduto, di cui la redazione di Eco Vicentino è entrata in possesso e dalla quale traspare tutto il disappunto per l’accaduto – è il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto attraverso i suoi massimi rappresentanti. La lettera è indirizzata al Prefetto Salvatore Caccamo, al comandate provinciale dei Carabinieri e a quello dei Vigili del Fuoco ed è inviata per conoscenza anche al presidente della Regione, agli assessori regionale alla sanità e alla protezione civile e al direttore del Suem di Vicenza, oltre che ai vertici nazionali e regionali del Soccorso Alpino.

Nel citare i fatti, il presidente del Soccorso Alpino regionale e quello dell’XI° zona Prealpi Veneto, spiegano anzitutto che la chiamata ai soccorritori della sezione di Schio giunta dai Vigili del Fuoco e che comunicavano l’impossibilità di procedere a intervento tramite elicottero date le proibitive condizione meteorologiche: circostanza che avrebbe quindi indotto i soccorritori ad attivarsi nonostante il severo maltempo, scoprendo solo a pochi metri dal luogo del recupero che si era levato in volo comunque un mezzo dei Vigili del Fuoco, proveniente da Varese.

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I fatti
Sono passati pochi minuti dopo mezzogiorno – questa la ricostruzione ufficiale fornita dalla struttura regionale del Soccorso Alpino – quando la stazione Cnsas di Recoaro-Valdagno, competente per territorio, accertata la posizione degli escursionisti, invia quattro operatori a piedi verso il sentiero di avvicinamento alla ferrata. Il tempo è tutt’altro che favorevole, la pioggia si alterna alla grandine e la visibilità è scarsa: solo dopo circa 50 minuti di cammino, ormai quasi a destinazione, uno squarcio di sereno. Ed è in quel momento che appare l’elicottero dei Vigili del Fuoco – solo successivamente si saprà proveniente da Varese -che sotto lo sguardo attonito dei soccorritori , cala il verricello e recupera i malcapitati , “scaricando su di essi – si legge nella missiva – sassi e altro materiale mosso dall’acqua scesa durante il temporale”.

Non secondario un altro aspetto evidenziato sempre dal Soccorso Alpino e riguardante il fatto che l’elicottero dei pompieri, volando in modalità Hems, non ha a bordo personale sanitario e relativa attrezzatura e quindi risulterebbe inefficace nel caso la situazione dei recuperandi fosse evoluta negativamente dal punto di vista sanitario.

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Da qui la richiesta messa nero su bianco all’attenzione in primis del Prefetto di Vicenza e motivata citando, tra gli altri la Legge 74 del 2001 e la 126 del 2020: “Il CNSAS provvede in particolare, nell’ambito delle competenze attribuite al CAI dalla legge 26 gennaio 1963, n. 91, al soccorso degli infortunati, dei pericolanti, dei soggetti in imminente pericolo di vita e a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca e al soccorso dei dispersi e al recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale. Restano ferme le competenze e le attività svolte da altre amministrazioni o organizzazioni operanti allo stesso fine; nel caso di intervento di squadre appartenenti a diversi enti ed organizzazioni, la funzione di coordinamento e direzione delle operazioni è assunta dal
responsabile del CNSAS”.
Il nocciolo della questione, insomma, sarebbe che al Soccorso Alpino tocca per legge, “in forma primaria e non residuale” l’attività di soccorso in montagna, in grotta, in ambiente ostile ed impervio del territorio nazionale “e in forma esclusiva”.

“Nella matura convinzione che leggi e protocolli esistono per garantire il miglior soccorso
possibile – recita infine quanto firmato congiuntamente dal Presidente CNSAS Rodolfo Selenati e dal Delegato Zona Prealpi Venete Alberto Barbirato – nel rispetto netto delle prerogative di legge a cui tutti devono scrupolosamente attenersi, e che il miglior soccorso è sempre garantito quando la collaborazione è massima, ovvero quando si mettono in gioco tempestivamente e senza indugio di sorta le forze più specializzate presenti ed operanti per legge dello Stato e per legge regionale, si chiede alla S.V. di provvedere a convocare urgentemente un incontro fra le parti al fine di chiarire l’accaduto e correggere eventuali errori nel sistema di allertamento e nella gestione dell’evento, auspicando sempre che l’interesse di tutti sia sempre prevalente rispetto a quello di logiche che non appartengono alla scrivente organizzazione di soccorso”.

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