Domani il saluto solenne a Enrico Faggion, vittima della follia. L’assassino sarà cremato

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Ad una settimana esatta dal delitto che ha scosso Trissino e avvolto nel dolore più straziante la famiglia Faggion, domani mattina si terrà il funerale di Enrico, la vittima del folle assassinio avvenuto in strada a ora di pranzo, scaricando cinque colpi di pistola letali. Mentre per il suo omicida, Giancarlo Rigon, non sono state rese note le modalità delle esequie. Si svolgeranno presumibilmente in forma privata e, secondo le volontà espresse di proprio pugno nel biglietto scritto primo di togliersi la vita, con la cremazione del corpo. Il cadavere dell’assassino fu stato ritrovato due ore dopo il fatto di sangue, in campagna, sempre nel territorio trissinese, dopo la breve fuga in Mercedes.

Domattina, dunque, toccherà allo struggente epilogo del fatto di sangue che ha sconvolto non solo la cittadina dell’Ovest Vicentino ma l’intera vallata e la provincia, con l’ultimo abbraccio simbolico a Enrico Faggion. Attese centinaia di persone a Trissino, domani, per il triste evento. Il rito sarà celebrato alle 10 nella chiesa parrocchiale, accompagnando la salma di Enrico, il 39enne magazziniere alla MB Conveyors di Brendola, che, anzichè salire all’altare per unirsi in matrimonio con la compagna come era previsto – l’8 agosto la data prefissata per le nozze, sarà attorniato di commozione e affetto per l’estremo saluto terreno. Attesi anche dal Veronese – Enrico viveva a S. Martino Buon Albergo con la compagna Sabrina – tanti uomini e donne a portare il loro conforto e le preghiere.

Anche se le indagini risultano ancora in corso, rimangono ormai pochi lati oscuri sulla vicenda. Una volta spenti i fari della cronaca toccherà poi alle aule di giustizia certificare i risultati degli sforzi investigativi, accertando le dinamiche dell’omicidio e quelle del successivo suicidio dei due uomini. Riguardo al movente, il presunto credito o risarcimento mai riscosso – legato alla rapina nel laboratorio orafo di Castelgomberto nell’anno 2005 – appare come causa unica del rancore accumulato per anni di problematiche professionali e personali di Rigon, sfociato in follia omicida prima e suicida poi.