Miteni chiede danni per cento milioni alla Regione. Critiche da Lega, centrosinistra e 5 Stelle

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Acqua da rubinetti (immagine di archivio)

Infuria la polemica sulla richiesta di risarcimento danni per quasi cento milioni di euro (98,5 per la precisione) avanzata dalla Miteni di Trissino al Tribunale amministrativo regionale. L’azienda chimica vicentina, al centro dell’emergenza per inquinamento da Pfas nella falda, ritiene infatti che il piano di carotaggi previsto dalla Regione e altri enti la costringeranno a fermare l’attività per i prossimi dieci anni, con danni enormi di cui chiede un risarcimento.

Il ricorso è rivolto alla Regione Veneto, la Provincia di Vicenza, l’Arpav, il Comune di Trissino, il Consorzio di bonifica Alta Pianura veneta e Alto Vicentino Servizi. Miteni contesta in particolare, attraverso il ricorso al Tar, la reale necessità di eseguire caratterizzazioni su una maglia di dieci metri per dieci. Inoltre viene contestata la necessità di abbattere strutture e impianti pre-esistenti rispetto a quando si è iniziata la produzione di Pfas.

Sull’azienda ora piovono critiche. “Viviamo in un Paese davvero rovescio – sottolineano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e Sonia Perenzoni, il consigliere comunale di Montecchio Maggiore che da anni segue da vicino la vicenda dei pfas – dopo aver fatto spendere a cittadini e istituzioni cifre spaventose per il filtraggio e la ricerca di nuove fonti per l’approvvigionamento idrico, ora la Miteni chiede anche i danni. E’ inaccettabile, e ci fa pensare che l’atteggiamento sempre supino e accomodante della Regione in questa faccenda abbia favorito la reazione dell’azienda”. Di “pretese vergognose” parlano anche i consiglieri regionali Cristina Guarda (Amp) e Andrea Zanoni (Pd). “Se Miteni ritiene di essere danneggiata non si rifaccia sugli enti pubblici e dunque sui cittadini già danneggiati dall’inquinamento, ma su chi nel passato gestiva il sito produttivo e ha causato una contaminazione di cui Miteni dice di non saper nulla”.

Va all’attacco anche la Lega Nord, con critiche all’azienda sia da parte della segreteria provinciale che della senatrice Erika Stefani. “La richiesta della Miteni di annullare di fatto le decisioni prese dal Comitato tecnico non trova giustificazione vista la gravità e l’estensione del problema” affermano Erik Umberto Pretto, segretario provinciale, e Marco Zecchinato, responsabile della Consulta “Tutela dell’Ambiente e del Territorio”.  “I ricorsi al Tar sono tanti e spesso sono anche giustificati, ma il ricorso della ditta Miteni ad oggi sembra del tutto fuori luogo” aggiunge Stefani “La ditta Miteni non deve fare cause, ma collaborare per risolvere”.