Caccia, 11 mila doppiette vicentine pronte per la preapertura della stagione venatoria. Ma c’è il Tar


Tutto pronto, ma non senza colpi di scena dell’ultim’ora con un pronunciamento del Tar che “spiazza” alcuni cacciatori, per l’apertura della stagione venatoria 2025/2026 che interessa da vicino circa 40 mila “doppiette” in Veneto, di queste 11 mila nel Vicentino. E mentre proprio a Vicenza nel corso di un incontro organizzato da Provincia e polizia provinciale si discute di normative del settore arriva la notizia dell’accoglimento, da parte del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) di alcune tra le istanze di sospensiva presentate da più sigle di associazioni ambientaliste e animaliste.
La stagione venatoria vera e propria prenderà il via in realtà domenica 21 settembre, per concludersi il prossimo 26 gennaio (per gli ungulati il termine è al 15 marzo 2026) ecco perché si parla di preapertura per il week end in arrivo. Secondo quanto stabilito dalla Giunta veneta in merito al calendario venatorio in partenza, la prima fase prevede la caccia a determinate specie di uccelli, vale a dire ghiandaia, gazza, cornacchia (sia nera sia grigia) e colombaccio. Sarà consentita, poi, esclusivamente nei giorni 7, 10, 13 e 14 settembre 2025. La tortora comune al contrario non stata è inclusa tra le specie cacciabili nella fase di preapertura.
Di queste indicazioni ed altre contenute nelle normative si è parlato oggi nell’incontro con la Polizia Provinciale di Vicenza, convocato dal comandante Gianluigi Mazzucco, alla presenza del vicepresidente dell’ente territoriale intermedio, il sindaco di Malo e delegato provinciale Moreno Marsetti. Obiettivo dell’incontro: condividere la normativa che regola la caccia, organizzandosi per garantire il rispetto delle norme e il monitoraggio del territorio, a tutela della fauna e della sicurezza di tutti, cacciatori e non. Per quanto riguarda il numero di giornate di caccia concesse, si confermano le tre giornate settimanali a libera scelta, con l’aggiunta – per la sola provincia berica – di una giornata da appostamento dedicata alla migratoria, nei mesi di ottobre e novembre.
“I cacciatori nel vicentino sono circa 11mila, in leggero calo rispetto agli anni passati quando superavano le 12 mila unità – commenta Marsetti -. La collaborazione con le associazioni venatorie ci consente di monitorare un territorio molto ampio come quello vicentino, dove la passione per la caccia è forte. Quest’anno ancor più potenzieremo i controlli anti-bracconaggio che mettono a rischio l’attento equilibrio stabilito dalla normativa sulla caccia per contemperare le esigenze del mondo venatorio e la tutela della biodiversità. I bracconieri, lo sottolineo, sono nemici anche e soprattutto dei cacciatori, per questo la sinergia tra Polizia e associazioni venatorie è fondamentale.”
Nel primo pomeriggio di oggi si diffonde poi la notizia della sospensione pronunciata dalla IV Sezione del Tar di Venezia, limitatamente ad alcuni aspetti specifici, a seguito dei ricorsi presentati (come ogni anno, d’altronde) dalle varie associazioni Lega Abolizione Caccia, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lega Anti Vivisezione, Lega Italiana Protezione Uccelli e altre. Tra i punti accolti dal Tar, si riscontrano la sospensione della caccia nei valichi montani del Veneto interessati dal passaggio di uccelli migratori, come quelli ricompresi all’interno di Zone di Protezione Speciale già segnalate all’Unione Europea; il dimezzamento del carniere giornaliero e stagionale di esemplari abbattibili di allodola, riducendolo a 5 capi al giorno e 25 a stagione; la sospensione del carniere fissato per il moriglione (2 al giorno e 10 a stagione).
Non finisce qui, perché nella trattazione di merito del ricorso, fissata per il 27 novembre prossimo, il Tarsi occuperà anche della data di chiusura della caccia a 4 specie di avifauna (tordo sassello, canapiglia, germano reale e gallinella d’acqua), oltre al tema dell’utilizzo delle munizioni contenenti piombo e alla validità degli studi addotti dalla Regione Veneto per disattendere il parere obbligatorio dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
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